Gli attori di Salome in scena con accessori e gioielli prodotti da un materiale bio rivoluzionario, nato nei laboratori di TecUp e della Knowledge for Business

NAPOLI. Il Teatro di San Carlo apre le porte all’innovazione sostenibile con Salome di Richard Strauss, in scena dal 20 al 29 marzo 2025. Grazie a una collaborazione tra il Teatro di San Carlo e il laboratorio congiunto di Knowledge for Business e TecUp, i costumi e gli accessori di scena saranno impreziositi da ScobySkin, un materiale bio-fabbricato rivoluzionario per la moda e il design, che debutta ufficialmente su uno dei palcoscenici più prestigiosi al mondo.

ScobySkin è una nanocellulosa prodotta in fogli di vari formati attraverso un processo di fermentazione batterica che utilizza scarti di produzioni frutticole locali e dell’industria conserviera. Grazie a questa tecnica, i micro-organismi generano un bio-film che viene successivamente lavorato con metodi di stampa e taglio laser, rendendolo un materiale ecologico, resistente e modellabile.

ScobySkin arriva al Teatro San Carlo grazie all’incontro fortunato con Daniela Ciancio, a capo della sartoria del Lirico napoletano: una prestigiosa carriera nel Teatro e nel Cinema, due David di Donatello per i migliori costumi e numerosi altri riconoscimenti internazionali. “Una collaborazione visionaria attivata dopo un incontro su creatività e sostenibilità organizzato dall’associazione ex-Voto. Ci siamo ritrovate a parlare e ci siamo chieste: perché non presentare al pubblico ScobySkin in maniera “spettacolare”, amplificando un messaggio di sostenibilità che parte da una delle più grandi eccellenze culturali italiane”, spiega Francesca Cocco, responsabile marketing della TecUp. “La direttrice del San Carlo Emmanuela Spedaliere ha raccolto questa sfida, e così abbiamo avviato una sperimentazione con colorazioni dorate e tagli laser per la creazione di gioielli e accessori dei protagonisti Erode ed Erodiade, e con un trattamento specifico per la realizzazione dell’armatura del Paggio”.

Per arrivare a ScobySkin ci sono voluti cinque anni di ricerca e sviluppo all’interno di un laboratorio innovativo nato dalla collaborazione tra Knowledge for Business, TecUp e Medaarch. Con il sostegno del Ministero del Made in Italy e della Regione Campania, il progetto ha portato alla creazione di un brevetto internazionale e di una rete di ricerca all’avanguardia nel settore dei biomateriali.

Marco Abbro, inventore e coordinatore del laboratorio, commenta: “Sei anni fa abbiamo iniziato a immaginare di far ‘lavorare’ la biologia per ottenere nuovi materiali. Poi sono arrivate le collaborazioni con diversi istituti del CNR, con l’Università Federico II e con alcune aziende, e oggi quello che era un piccolo prototipo sta diventando un vero e proprio processo industriale. La ricerca continua anche in altri ambiti di applicazione, dal medicale alla cosmetica, e attualmente stiamo testando ScobySkin persino nello spazio”.