Alla Fiera di Roma dal 22 al 30 marzo tante soluzioni per spazi interni ed esterni, con proposte che guardano a un futuro più sostenibile attingendo dalla cultura della nostra tradizione, in un mix tra innovazione e artigianato di qualità

Per scoprire le nuove tendenze e trovare idee per spazi interni ed esterni torna alla Fiera di Roma, dal 22 al 30 marzo, Casaidea, la manifestazione organizzata da MOA Società Cooperativa che quest’anno festeggia la sua 50a edizione. Un appuntamento fieristico – con ingresso aperto al pubblico e gratuito per tutta la durata della manifestazione – atteso dalle migliaia di visitatori che potranno scoprire in nove giorni anteprime e novità altamente qualificate e specializzate oltre a ricevere assistenza dai professionisti del settore per diversi servizi, come la consulenza gratuita sulla progettazione di interni.

Eccellenza, creatività e genialità che guardano a un futuro più sostenibile attingendo alla cultura della nostra tradizione: accanto alle migliori proposte delle aziende presenti anche soluzioni di artigianato di qualità negli stand di Regione Lazio e Camera di Commercio di Roma, presenti a questa edizione con una collettiva di più di 60 imprese. Realizzati nel laboratorio di Cori, in provincia di Latina, Wonder Wood Lab propone creazioni e lavorazioni del legno, partendo dalle radici di ulivo, tavole grezze di vari legni e resina epossidica, il tutto arricchito da inserti personalizzati e oggetti in acciaio. L’attenzione è focalizzata sul recupero e riciclo di materiali antichi e non più utilizzati che tornano in vita con innovazione e modernità in una linea di complementi di arredo unici: tavoli, piatti doccia, top lavabo bagno, top cucina, penisole, rivestimenti scale pareti, librerie e console. Il limite è la creatività. A riciclare il tessuto pensa invece un laboratorio tessile di Farfa in Sabina, in provincia di Rieti, specializzato nella produzione di tessuti in lino, in lino e cotone e in 100% cotone, con il telaio jacquard: per non sprecare nulla e continuare la filiera, C’era un tessuto di Elisabetta Scipioni (terza generazione alla guida del laboratorio fondato nel 1938) utilizza il materiale che sarebbe finito in discarica per una piccola produzione di tappeti da terra, realizzati mediante telai a mano.

La diffusione delle tematiche ambientali e la ricerca di uno stile di vita più sostenibile hanno dato la spinta all’innovazione e sono sempre più le aziende di arredo a proporre soluzioni guidate dall’ecodesign. Le proposte vanno oltre il semplice impiego di materiali naturali e si focalizzano su numerosi aspetti della filiera produttiva, come ridurre gli sprechi, l’inquinamento e le emissioni di CO2. C’è un nuovo approccio mirato alla circolarità. Tra le idee green in mostra a Casaidea 2025 ecco i mobili realizzati con legni provenienti da “foreste urbane”, ovvero i centri di raccolta presenti in Italia e tutta Europa, dove viene recuperato il legno che viene dismesso da case, uffici e attività quotidiane. La materia prima è ricavata da un processo produttivo virtuoso che si basa sull’utilizzo del legno post-consumo, come quello dei mobili vecchi, delle cassette della frutta o dei pallet, per dare vita a pannelli ecologici. Capiente come una stanza e autoportante per essere collocata ovunque, anche al centro di un open space, è la cabina Hermes di Fazzini, un concentrato di innovazione – grazie all’esclusivo sistema ad apertura totale con le ante che si impacchettano sul fianco – e ideale per creare spazi multifunzionali, oltre che perfetto esempio di upcycling: il rifiuto viene trasformato in un bene di valore che può essere rigenerato in un ciclo infinito, nell’ottica dell’economia circolare.

Design innovativo e attenzione al risparmio energetico e dell’ambiente anche per l’azienda artigiana Lighthole, con sede e produzione nella provincia di Roma, che con un esclusivo brevetto d’invenzione ha risolto l’effetto abbagliamento causato dalla forte concentrazione di luce in un unico punto, tipico delle lampade a LED. Per la realizzazione dei loro prodotti vengono utilizzati materiali di alta qualità come metacrilato, acciaio inox e basi in malta cementizia ad altissima resistenza (ispirate allo stile industrial design), che non solo garantiscono solidità e raffinatezza, ma rispondono anche alle esigenze di sostenibilità ambientale.

Uno dei focus principali riguarda i materiali utilizzati e alcuni oggetti vengono tratti dal passato per diventare nuovo articolo di design come gli amplificatori audio ad alta fedeltà realizzati con tubi termoionici, comunemente chiamati valvole, degli anni ’50: unendo passato e presente, il dispositivo realizzato da Horgonic con tecnologia vintage, mostra il suo design in una cornice dorata rappresentando esso stesso un’opera d’arte, dal suono ricco di calore e molto naturale.

Solo attraverso approcci innovativi e responsabili si possono ridurre i rifiuti, limitare l’uso di risorse non rinnovabili e proteggere il l’ambiente. È questo è possibile anche scegliendo come dormire. Manifattura Falomo, azienda friulana storica nel settore del riposo, presenta a Casaidea 2025 Body Trainer, l’ultimo modello di materassi ed esempio di transizione da un’economia lineare (produco e smaltisco) ad un’economia circolare (produco, rigenero, riproduco). All’interno di un percorso aziendale volto al recupero o al riciclo delle materie prime usate, questo modello è diventato oggi il fiore all’occhiello dell’azienda e la quasi totalità dei materiali impiegati è riciclabile: tessuti e imbottiture vengono recuperati, separati per tipologie e poi sottoposti a lavaggi e lavorazioni meccaniche che ne permettono una nuova vita. A ogni kg di materiale recuperato corrispondono circa 3 mt di nuovo tessuto rigenerato. Non solo: negli ultimi anni, la crescente attenzione verso la sostenibilità ha portato all’innovazione nel settore dei materiali, dando vita a polimeri espansi realizzati con sostanze più ecologiche, come l’acqua e gli oli vegetali. Questi nuovi materiali non solo offrono prestazioni competitive rispetto ai polimeri tradizionali, ma contribuiscono anche a ridurre l’impatto ambientale in quanto biodegradabili e riciclabili in modo efficiente. Anche una volta giunti a fine vita, possono essere trasformati in nuovi prodotti mediante processi di riciclo meccanico o chimico, riducendo così il volume di rifiuti destinati alle discariche.