Il 21 febbraio l’Unesco e le Nazioni Unite celebrano la Giornata internazionale della lingua madre per sottolineare il ruolo delle lingue nella promozione dell’inclusione e del raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Un’educazione multilingue non solo favorisce una società inclusiva e aiuta a preservare la dignità delle lingue minoritarie e indigene, ma è anche una pietra miliare per garantire a tutti un accesso equo all’istruzione e alle opportunità di apprendimento. Insegnare fin dalla prima infanzia una seconda o una terza lingua straniera, infatti, è un passo fondamentale non solo per garantire in età adulta gratificazioni professionali e sociali ma anche per acquisire una mentalità aperta e una più consapevole comprensione delle diversità culturali.

Ma è possibile avvicinare i bambini a una lingua straniera in modo naturale e coinvolgente? Esiste un’età migliore per iniziare lo studio di una seconda lingua? Qual è il metodo più efficace? E come trarre vantaggio dalle tantissime risorse oggi a nostra disposizione grazie alle nuove tecnologie?

Novakid, piattaforma educativa specializzata nell’apprendimento inclusivo dell’inglese per i bambini dai 4 ai 12 anni, ha intervistato Luca Piergiovanni, esperto di Scuola Digitale e di progetti di eLearning che risponde in 10 punti ai dubbi più diffusi tra i genitori sul tema dell’apprendimento linguistico. I suoi consigli saranno disponibili dal 20 febbraio prossimo sui canali Facebook e IG di Novakid Italia in 10 video-pillole pensate per aiutare genitori e famiglie a creare il migliore ambiente possibile per aiutare i bambini all’apprendimento della lingua inglese.

Anticipiamo qui una sintesi delle 10 raccomandazioni dell’esperto che risponde alle domande più diffuse tra i genitori quando si parla di studio delle lingue.

1.È indispensabile conoscere già l’inglese (o un’altra lingua) per aiutare mio figlio?

No, non è fondamentale. È però importante predisporre l’ambiente favorevole per aiutare il bambino fornendo materiali di qualità, come video educativi, audio-libri o libri illustrati. Un genitore, ad esempio, può leggere libri in inglese insieme al figlio, anche senza conoscere perfettamente la lingua. Se possibile, poi, il consiglio è anche quello di coinvolgere insegnanti madrelingua o di iscrivere il bambino a corsi specifici.

 

  1. Quali sono le attività più utili per avvicinare il proprio figlio a una lingua straniera in modo naturale?

Si può iniziare introducendo canzoni e filastrocche in inglese durante il gioco quotidiano, così da aiutare il bambino a familiarizzare con i suoni di un’altra lingua. Le risorse online a disposizione ci permettono di esporre fin da subito i bambini alla pronuncia di madrelingua. Ricordiamo che è proprio in tenera età che i bambini hanno una capacità unica di acquisire nuove lingue con una pronuncia quasi nativa, grazie alla maggiore flessibilità del loro apparato fonetico. Una capacità che, secondo uno studio di Werker e Tees (1984), dopo i 7 anni diminuisce gradualmente.

  1. 3In che modo l’apprendimento dell’inglese o di una seconda lingua apporta benefici allo sviluppo generale di un bambino?

Imparare una seconda lingua stimola le aree cerebrali legate alla memoria e alla risoluzione dei problemi. Ricerche di Ellen Bialystok (2009) mostrano che i bambini bilingui hanno una maggiore flessibilità cognitiva e capacità di multitasking rispetto ai monolingui. L’inglese, in particolare, essendo una lingua globale, offre vantaggi pratici a lungo termine come un più facile accesso ai percorsi di studio o alle carriere desiderate, o la possibilità di viaggiare e stringere nuove amicizie. Apprendere presto l’inglese favorisce anche una mentalità più aperta verso altre culture e lingue. Un bambino che ascolta storie in inglese raccontate da una persona madrelingua svilupperà non solo una migliore comprensione, ma anche una maggiore sensibilità culturale.

  1. 4. Quanto tempo alla settimana dovrebbe essere dedicato allo studio per vedere i progressi?

La frequenza è più importante della durata: sessioni brevi ma regolari sono più efficaci di lunghe sessioni occasionali. Per i bambini piccoli (3-6 anni), 20-30 minuti al giorno di esposizione ludica alla lingua possono essere sufficienti. Per i più grandi, 3-5 ore settimanali divise in attività varie (gioco, lettura, esercizi) sono ideali. Uno studio dell’Università di Edimburgo (2014) ha evidenziato che la continuità nell’apprendimento è il fattore chiave per mantenere i progressi. Come mantenere questa continuità? Un’idea potrebbe essere quella di seguire un breve cartone animato in inglese ogni giorno, perché ciò crea un’esposizione costante.

  1. Quali metodi funzionano meglio per i bambini?

Sappiamo da una ricerca della linguista Deborah Cameron (2001) che il metodo migliore dipende dall’età e dagli stili di apprendimento individuali. In generale questa potrebbe essere la progressione delle attività da introdurre in base all’età:

  • 3-6 anni: in questa fase sono indicati i giochi interattivi, le canzoni e le storie illustrate. Un esempio: cantare “The Wheels on the Bus” aiuta a imparare parole nuove divertendosi.
  • 6-10 anni: in questa fascia possiamo introdurre le app educative, i lavoretti creativi e le prime attività basate su progetti, come ad esempio creare un mini-libro in inglese.
  • 10+ anni: da questo momento è possibile introdurre la lettura di libri semplici, dialoghi guidati e progetti legati ai loro interessi (ad esempio creare un diario in inglese).
  1. È possibile rendere divertente l’apprendimento delle lingue per i bambini?

Assicurarsi che l’apprendimento sia ludico e coinvolgente è fondamentale. Tecniche come utilizzare giochi da tavolo in inglese, app interattive (es. Duolingo Kids) o cantare canzoni aiuta a mantenere alta la motivazione. L’uso di premi simbolici per i progressi è un altro modo per stimolare l’interesse del bambino. Un esempio pratico può essere organizzare una “caccia al tesoro” in casa con indizi in inglese.

  1. Quali sono gli errori più comuni dei genitori quando insegnano ai propri figli?

Tra gli errori principali troviamo:

  • Forzare il bambino senza rispettare i suoi tempi, causando frustrazione.
  • Concentrarsi troppo sulla grammatica anziché sull’esposizione naturale.
  • Trasmettere ansia da prestazione o aspettative irrealistiche.
    Uno studio del British Council (2018) sottolinea che un approccio rilassato e positivo è cruciale per il successo nell’apprendimento. Esempio pratico? Evitare di correggere continuamente ogni errore di pronuncia e invece lodare lo sforzo.
  1. L’esposizione precoce a una lingua straniera può interferire sull’apprendimento della lingua madre?

No, purché entrambe le lingue siano praticate regolarmente. Secondo Genesee (2008), l’apprendimento di una seconda lingua rafforza anche la consapevolezza grammaticale e il vocabolario nella lingua madre. L’importante è mantenere un equilibrio tra le due lingue alternando, per esempio, momenti di lettura in italiano e in inglese per favorire entrambe le competenze linguistiche.

  1. Cosa dovrebbero fare i genitori se i loro figli non vogliono imparare l’inglese?

È importante capire le cause del rifiuto, che potrebbe derivare da difficoltànoia o ansia. Proporre attività più divertenti e legate ai loro interessi personali può aiutare. Ad esempio, se il bambino ama i cartoni animati, guardare episodi in inglese può essere un ottimo stimolo. Proporre videogiochi educativi in inglese o guardare insieme film con sottotitoli può trasformare lo studio in un momento piacevole. In definitiva è importante che l’esperienza di apprendimento sia anche coinvolgente e gratificante perché possa essere davvero efficace.