Lo studio, pubblicato su PLoS Biology, ha raccolto oltre 500mila immagini scattate da foto-trappole per analizzare il numero delle specie e la loro distribuzione sul territorio
Le foreste tropicali rappresentano un caso di studio unico nel panorama mondiale. Pur configurandosi come luoghi eccezionali in termini di biodiversità, sono allo stesso tempo le aree con la più alta concentrazione di mammiferi minacciati. Se da una parte è ormai appurato che la causa di queste minacce sia di origine umana, dall’altra rimangono ancora poco chiare le modalità con cui il disturbo antropico nelle landscape (paesaggi) intorno a queste aree impatti sulle comunità di mammiferi.
Per far luce sulle condizioni che incidono sulla biodiversità delle foreste tropicali, l‘Università di Firenze ha condotto uno studio coordinato da Francesco Rovero e Ilaria Greco, rispettivamente docente di Ecologia e assegnista del Dipartimento di Biologia. La ricerca è stata pubblicata su PLoS Biology, nell’articolo “Landscape-level human disturbance results in loss and contraction of mammalian populations in tropical forests” (doi: 10.1371/journal.pbio.3002976).
Si tratta del primo studio che, utilizzando la più consistente mole di dati da foto-trappolaggio mai raccolta, mostra come gli effetti di sovrappopolazione umana e perdita di habitat in aree tropicali impatti gravemente sulla fauna, causando estinzioni locali e diminuzione delle specie rimaste.
La ricerca ha coinvolto altri 43 scienziati da 51 enti di ricerca nel mondo, che hanno contribuito sia con i dati dalle rispettive aree di ricerca sia con il supporto alle analisi. In particolare, Lydia Beaudrot della Michigan State University ha collaborato strettamente con il team Unifi per l’interpretazione dei risultati e preparazione dell’articolo.
“Nel nostro studio – spiega Greco – abbiamo utilizzato oltre 550mila immagini di mammiferi da oltre 2.000 foto-trappole, piazzate in 37 foreste tropicali in tre regioni geografiche: Neotropici, Afrotropici e Sud-Est Asiatico. Sono state analizzate il numero di specie e la distribuzione delle comunità di mammiferi (239 specie in totale) in relazione al disturbo antropico che agisce a livello di landscape circostante le aree monitorate”.
I ricercatori hanno esaminato i dati con un modello statistico elaborato per valutare potenziali variazioni globali di quantità e distribuzione delle specie in relazione all’incremento della popolazione umana, alla vicinanza agli insediamenti, alla perdita di habitat forestale e alla frammentazione delle foreste entro un raggio di 50 chilometri dalle aree di studio.
Lo studio ha rilevato come l’aumento della densità umana sia l’unico fattore associato a variazioni globali nella numerosità di specie: maggiore è il numero di persone, minore è la quantità di mammiferi nella zona. Per quanto riguarda le variazioni nella distribuzione nelle specie, queste sono risultate dipendenti da copertura e frammentazione delle foreste: è stata registrata una diminuzione della distribuzione delle popolazioni di mammiferi nelle aree maggiormente frammentate e caratterizzate da perdita di foresta.