I francesi hanno accusato il colpo. Lo schema normativo del sistema di governance cosiddetto dualistico, previsto e proposto dal Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, seppure atteso, scompagina i piani dello schieramento d’oltralpe.
La loro presenza sullo scacchiere economico finanziario italiano non è di poco conto. Le loro partecipazioni azionarie, in gangli strategici come Mediobanca e Generali, sono in grado di influenzare qualsiasi progetto di assetto societario. Fanno buon viso a cattivo gioco, ma ci tengono a far sapere di non essere disposti a svolgere il ruolo di “azionisti silenti”.
Il fattore B imperversa. Ben Ammar (franco-tunisino), Barnheim, Bolloré, Balbinot, l’alleato spagnolo Botin, sono i nomi più in vista del fronte transalpino, molto attivo sui listini nazionali. In vista dell’avvicendamento alla presidenza delle Generali, che con ogni probabilità dopo Antoine Barnheim non sarà più francese, da tempo erano cominciate le grandi manovre.
Dopo aver favorito l’arrivo in Mediobanca di Cesare Geronzi, il loro più fidato garante di equilibri, già si intravedeva all’orizzonte una possibile alleanza con Unicredit/Capitalia, per bilanciare le forze schierate con l’altro colosso bancario italiano: Intesa-Sanpaolo. Col nuovo presidente a Piazzetta Cuccia e con l’adozione del dualistico, lo statuto di Mediobanca ha subito modifiche per rafforzarne i poteri e allargare l’ influenza di Geronzi dal consiglio di sorveglianza a quello di gestione. Lo stesso Vincent Bolloré lo immaginava già alla vice-presidenza del Leone di Trieste.
La mossa di Bankitalia fissa paletti che intralciano non poco i disegni strategici, per certi versi disinvolti, della cordata francese. Che fa sentire la sua voce con toni eleganti, sommessi, ma alquanto incisivi. Paventando, tra le righe, una riapertura dei giochi a tutto campo. Non esitando a prendere di mira Confindustria e il Sole 24 Ore, oltre la stessa Rcs e i quindici azionisti-editori che controllano il 67% del suo capitale.
Il suggerimento rivelatore arriva da Tarak Ben Ammar: “Mediobanca potrebbe uscire da Rcs se a comprare fosse un editore, di destra o di sinistra”. Naturalmente sarà il fattore B a regolamentare l’ingresso nel club.
di Antonio V. Gelormini