Prende il via il progetto “Distretto agro-energetico appulo-lucano” per favorire la sperimentazione e la produzione di colture energetiche alternative alla tradizionale cerealicoltura in Puglia e Basilicata.
Nel corso del convegno odierno “Sviluppo delle filiere agri-energetiche: emergenze ed opportunità” organizzato nell’ambito della rassegna Agrilevante è stata annunciato l’avvio dell’iniziativa e, in particolare, della semina su 150 ettari di terre dislocate nell’area murgiana per la sperimentazione di colture dedicate alla produzione di energia. L’attenzione sarà rivolta a colture da olio come colza e brassica carinata per la produzione di biodiesel o di oli grezzi destinati alla cogenerazione di energia elettrica e calore e a cereali a paglia per la produzione di biomassa da destinare a processi di digestione anaerobica per l’ottenimento di biogas.
Il progetto “Distretto agro-energetico appulo-lucano”, promosso dalla Società Cooperativa agricola Silvium Giovanni XXIII di Gravina di Puglia (BA) in collaborazione con il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali (DSPV) della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari e con il sostegno di Banca Popolare di Puglia e Basilicata, comporta l’avvio di attività dimostrative su scala aziendale di colture energetiche per favorire lo sviluppo di un distretto agro-energetico interregionale tra la Puglia e la Basilicata.
Le attività vengono realizzate presso aziende di soci della cooperativa agricola Silvium Giovanni XXIII dislocate in aree rappresentative dei comprensori agricoli interessati al progetto, alle quali vengono offerte le competenze tecnico-scientifiche del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali della Facoltà di Agraria, impegnato da oltre un quindicennio in studi sulle colture ad uso energetico e sulla definizione di sistemi colturali idonei ad un loro inserimento negli ordinamenti produttivi tipici dell’area di studio.
«L’attività – sottolinea il Prof. Giuseppe De Mastro, responsabile scientifico del progetto – prende avvio nei prossimi giorni con le semine delle colture dedicate alla produzione di energia a cui seguirà una fase di analisi sul valore agronomico, energetico-ambientale ed economico per individuare i percorsi tecnici-colturali più idonei allo sviluppo delle diverse filiere agroenergetiche. Una seconda fase prevede lo studio di fattibilità attraverso la definizione di un modello organizzativo di filiera inserito in un contesto distrettuale. »
«Una sperimentazione su ben 150 ettari – commenta Enzo Tucci, Project Manager della Cooperativa agricola Silvium Giovanni XXIII – rappresenta un primato a livello dimensionale in Italia e dimostra l’interesse del mondo agricolo locale verso le opportunità che riservano le colture agroenergetiche e quindi verso una visione moderna dell’agricoltura. La diffusione di coltivazioni appositamente realizzate per usi energetici rappresenta non solo una notevole opportunità di sviluppo e una fonte di reddito alternativa ma consente anche di far fronte all\’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili contribuendo a salvaguardare la natura e l’ambiente»