In Italia, la probabilità di eventi estremi legati alla crisi climatica è aumentata del 9% in 20 anni e i più piccoli rischiano di subire in modo pesante i disagi che questo comporta. Lo dimostrano anche le piogge intense portate dalla tempesta Boris che hanno provocato esondazioni, allagamenti e frane in diverse zone dell’Emilia-Romagna e, nei giorni scorsi, in Europa centrale, dove hanno provocato la morte di una ventina di persone.

Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – sottolinea come la crisi climatica sia una crisi dei diritti dell’infanzia e mette a rischio circa 1 miliardo di bambini – quasi metà della popolazione infantile mondiale – che vivono in Paesi ad alto rischio di subire gli impatti del cambiamento climatico e i minori già colpiti dalle disuguaglianze sono maggiormente a rischio.

A livello globale, il numero di bambini che affrontano livelli critici di fame nei Paesi in cui gli eventi meteorologici estremi influiscono maggiormente sulle forniture alimentari è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni, registrando un aumento del 20% solo nel 2023.  È quanto emerge da una recente analisi di Save the Children, che mostra come più di 33 milioni di bambini e 39 milioni di adulti vivano in condizioni tali da essere classificati nella fase 3 di “crisi” della fame, come stabilito dall’IPC, e nei 18 Paesi in cui gli eventi meteorologici estremi come la siccità, i cicloni e le inondazioni sono stati le principali cause dell’insicurezza alimentare. Ciò significa che nei Paesi in cui gli eventi meteorologici estremi sono stati la causa principale della fame, il numero di persone che si trovano ad affrontare la fase 3 dell’IPC e le successive è più che raddoppiato, passando da 29 milioni nel 2018 – inclusi 13 milioni di bambini – a 72 milioni nel 2023.

L’insicurezza alimentare è solo una delle conseguenze del cambiamento climatico che colpisce in modo sproporzionato i più piccoli. Tra luglio 2023 e giugno 2024 un terzo della popolazione infantile mondiale, ovvero 766 milioni di bambini, è stata esposta a ondate di calore estreme, mettendo a rischio la loro salute fisica e mentale e i loro diritti, come l’istruzione.  Ogni anno gli eventi meteorologici estremi interrompono l’apprendimento di circa 40 milioni di bambini, una cifra destinata a crescere con l’aumento della loro intensità e frequenza a causa dei cambiamenti climatici.

Per Save the Children è essenziale attuare una giusta transizione ecologica, che includa interventi contro la povertà multidimensionale, le disuguaglianze e l’ingiustizia climatica e intergenerazionale.

La crisi climatica non è più una minaccia remota. Per i bambini significa crescere in un pianeta sempre più inabitabile che sta già compromettendo i loro diritti. I bambini e i giovani da anni stanno facendo sentire la loro voce chiedendo di intervenire con urgenza per contrastare il cambiamento climatico, ora è il momento che i leader mondiali dimostrino di ascoltarli adottando azioni coraggiose per salvare le loro vite e il loro futuro.

In tutto il mondo, Save the Children lavora per creare un cambiamento duraturo con e per i bambini, sostenendo le comunità a rafforzare la loro resilienza alla crisi climatica e chiedendo ai leader mondiali di affrontarne le cause profonde.