La diminuzione del numero degli avvocati attivi si è registrata soprattutto nei distretti giudiziari di
Catanzaro (-4,6%), Palermo (-4,4%) e Caltanissetta (-4,1%). C’è stato, invece, un boom di iscritti nel distretto di Messina (+16,4%) e nell’ordine di Lanciano (+46%). “Calo fisiologico”, secondo Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati.
Nel 2023 sono diminuiti dell’1,8% gli avvocati in attività iscritti alla Cassa Forense, si tratta di circa 4000 professionisti in meno concentrati soprattutto nel sud Italia (-3,3%) e in particolare in Calabria (-4,8%) e Basilicata (-4,7%). “Il numero totale – afferma Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa – è sceso dai 225.513 del 2022 ai 221.523 del 2023. Si tratta di un calo fisiologico per un Paese che ha la più alta densità di avvocati in Europa. Solo in Lussemburgo, Cipro e Grecia ce ne sono di più. Fra le grandi nazioni europee siamo al primo posto con quasi 400 legali ogni 100 mila abitanti, dato che scende a 300 per la Spagna, a 200 per la Germania e a 100 per la Francia. E’anche normale che il calo maggiore in Italia si sia registrato in Calabria dove la densità di legali rimane ancora la più alta”.
Dopo Calabria e Basilicata, al terzo posto tra le regioni con il maggior calo di iscritti ci sono la Puglia (-4,1%) e il Molise (-4,0%). La Sicilia è quarta (-3,6%) con quasi 800 iscritti in meno. Una tendenza negativa analoga si riflette anche a livello di distretti giudiziari, con Catanzaro che registra un -4,6%, Palermo un -4,4% e Caltanissetta un -4,1%. Il trend negativo si riflette anche nelle nuove iscrizioni: nel 2023 si sono registrate 6.393 iscrizioni alla Cassa Forense a fronte di 8.043 cancellazioni, mentre nel 2022 le iscrizioni erano state 8.257 e le cancellazioni 8.698. Di conseguenza la densità di avvocati (numero di avvocati ogni 1.000 abitanti) in Italia, è scesa nel 2023 a 4 rispetto al 4,1 del 2022. Le regioni con la maggiore densità rimangono Calabria (6,6), Campania (6,0) e Lazio (5,8), mentre quelle con la minore presenza di legali sono Valle d’Aosta (1,3), Trentino-Alto Adige (1,7) e Friuli-Venezia Giulia (2,2).
Emergono anche segnali positivi in contrasto al trend nazionale. La Lombardia è l’unica regione con gli iscritti in crescita seppure dell’1% pari a oltre 300 professionisti in più. Nel distretto giudiziario di Messina l’aumento degli iscritti è stato significativo: +16,4% (3.613 nel 2023, a fronte dei 3.104 nel 2022), contrastando il trend nazionale. A livello di singoli Ordini, Lanciano registra un forte incremento: +46%, con 498 iscritti nel 2023 rispetto ai 341 del 2022.
D’altra parte, l’Ordine dell’Aquila subisce un drastico calo del 36,6%, con gli iscritti che scendono da 525 nel 2022 a 333 nel 2023. Anche l’Ordine di Caltanissetta registra una diminuzione del 7,2%.
“Sul fronte economico – spiega Antonello Martinez, fondatore e naming partner dello studio Martinez&Novebaci – il calo degli iscritti in Puglia, Calabria e Sicilia ha fatto salire i redditi medi degli avvocati che rimangono comunque inferiori del 40-50% alla media nazionale (44.654 euro)”. In Sicilia l’incremento più alto del reddito medio: +10,6%, dai 25.811 euro nel 2022 a 28.558 euro nel 2023. Seguono Calabria (+9,5%) e Puglia (+9,2%). All’estremo opposto, la Valle d’Aosta ha visto un calo del 3,7%, con il reddito medio che è sceso da 54.059 euro a 52.039 euro.
“Ci troviamo – spiega Martinez – in un mercato nazionale sovraffollato, dove i grandi studi legali d’affari sono concentrati tra Milano e Roma con un processo di aggregazioni che è ancora in corso e una parcellizzazione nel resto del Paese che non garantisce redditi ai livelli di altri Paesi europei. Ci sono anche i tanti legali che lavorano nelle aziende ma è un mondo diverso dalla libera professione. In Italia il percorso formativo e d’ingresso nella professione è più lungo e selettivo rispetto a tantissimi Paesi del Mondo, forse si dovrebbe intervenire anche in questa direzione per imprimere una svolta a questa professione”.