Le soluzioni tech permettono di ottimizzare i flussi di movimentazione dei prodotti nei supermercati: si stima la riduzione del 5% della merce scartata e un aumento del 10% nella qualità del lavoro degli operatori di negozio. Presentato il report della benefit corporation trevigiana Aton. Il CEO Giorgio De Nardi: “Impatto positivo su aziende e persone, abbiamo investito 1,5 milioni in ricerca e sviluppo”
La tecnologia del gruppo Aton migliora l’impatto sulle persone, sulla qualità del lavoro e sull’ambiente. Perché ottimizzando i flussi delle merci e limitando il consumo di carta e di energia per la rete informatica è possibile ridurre l’impatto sull’ecosistema che circonda l’azienda e i suoi clienti. È questo in sintesi il report di valutazione d’impatto del gruppo Aton, B Corp con sede nel Trevigiano specializzata nella trasformazione digitale delle vendite omnichannel e nella tracciabilità, nei settori industriali alimentare, beni di largo consumo, fashion e in particolare nella GDO.
L’azienda ha presentato il 12 luglio a Montebelluna il proprio report di impatto, dal titolo “.People”, incentrato sulla filosofia aziendale del “we take care” che si traduce in costante impegno e sensibilità verso collaboratori, partner e comunità, evidenziando come la tecnologia possa aumentare la qualità della vita e del lavoro delle persone.
Nel 2023 l’investimento in R&D è aumentato del 19% rispetto al 2022, passando da 1.250.000 euro a 1.492.000 euro e si assesta attorno al 7% del fatturato annuale. In particolare, Aton ha lavorato sullo sviluppo della piattaforma software “.one”, il nuovo hub digitale che integra i processi di business con l’obiettivo di abbattere i silo informativi che rendono difficile la collaborazione tra team, riducendo sprechi e inefficienze e diminuendo i tempi richiesti per l’inserimento dati.
L’azienda trevigiana ha sviluppato i principali indicatori di impatto sociale e ambientale in progetti
realizzati con i clienti e li ha diffusi con dei video case study: Aspiag, Gruppo Poli, Gruppo
Unicomm e Caffè Vergnano. Va detto che in questo periodo storico la sensibilità delle persone è sempre più alta attorno ai temi della sostenibilità e della riduzione degli sprechi, l’enorme diffusione di App come “Too good to go” ne è l’emblema.
“Negli ultimi anni abbiamo coinvolto direttamente i nostri clienti nella valutazione dell’impatto delle nostre soluzioni e dei nostri servizi”, spiega Giorgio De Nardi, CEO di Aton. “Un grande player della GDO ha dimostrato che efficientando i processi con le nostre soluzioni ha diminuito lo spreco di prodotti alimentari del 5%. Su un fatturato di 2,7 miliardi di euro equivale a evitare la distruzione di cibo per un valore pari a 135 milioni. Non solo: ha ridotto del 10% il tempo sprecato nelle percorrenze all’interno dei punti vendita da parte del personale di negozio. Inoltre, evitando le stampe, sono state risparmiate 60 tonnellate di carta. Sono numeri enormi, se consideriamo 600 negozi in tutta Italia, che gestiscono 2,5 milioni di ordini all’anno. Stiamo parlando di un impatto positivo che potrebbe essere ottenuto da tutte le aziende del comparto e della filiera alimentare, e non solo, se ci fosse una maggiore e migliore consapevolezza”.
In concreto, l’investimento in ricerca e sviluppo del gruppo Aton è orientato soprattutto a creare un unico data model accessibile e fruibile dai diversi attori della filiera. Si è lavorato anche sull’architettura centralizzata in cloud per diminuire la capacità computazionale richiesta dalle app per le vendite e la supply chain: tutto questo ha portato alla riduzione del 50% del consumo dei dati in cloud, con un impatto significativo in termini di risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento digitale. Inoltre, è stato progettato un design system facilmente fruibile per gli utenti per semplificare il lavoro e rendere più veloce e meno dispendiosa la formazione digitale di nuove persone.
“Progettare e sviluppare soluzioni e servizi che contribuiscono alla razionalizzazione dell’impatto ambientale delle aziende clienti eliminando gli sprechi e le inefficienze è uno dei nostri obiettivi”, conclude Tania Zanatta, CFO e responsabile di impatto di Aton. “Riteniamo necessario diffondere soluzioni smart di innovazione digitale, facendo leva sulla loro convenienza economica (ROI) per incrementare l’impatto positivo sul bilancio sociale e ambientale e avviare un ciclo virtuoso che si rinnova e si alimenta con l’avanzamento tecnologico”.
IL REPORT DI VALUTAZIONE DI IMPATTO 2023 DI ATON
Entrando nel dettaglio del “Report di valutazione di impatto 2023”, Aton ha adottato un nuovo approccio, partendo dai propri stakeholder e dalle aree di impatto in cui operano, e ha associato, a ciascuna di queste aree, uno dei benefici comuni inseriti nello statuto aziendale, oltre ai sei obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu in cui ha scelto di impegnarsi. Nel 2021 l’azienda si è trasformata in società benefit, integrando nel proprio statuto alcuni obiettivi (i benefici comuni n.d.r.) legati alla dimensione sociale (people) e ambientale (planet), affiancandoli a quelli economici (prosperity). Nel 2023, dopo un rigoroso processo di misurazione e analisi del profilo di sostenibilità, Aton ha ottenuto la certificazione “B Corp”.
In quest’ottica la presentazione del report di impatto segue la bussola valoriale della sostenibilità sociale ed ambientale.
Il cuore del report, “we take care”, analizza come Aton si mette in relazione con l’ecosistema che la circonda, partendo dagli obiettivi che si è data nelle diverse aree e misurando, a livello qualitativo e quantitativo, i risultati delle proprie azioni:
– Crescita delle persone. +25% di “atonpeople” coinvolti in progetti di formazione rispetto al 2022, +5% corsi di formazione, +25% premi e incentivi individuali e di team legati al raggiungimento degli obiettivi; 90 mila euro investiti in formazione (docenza) e 580 mila euro in formazione interna per un totale di 14.600 ore. Aton si conferma Great Place To Work per il 5° anno consecutivo
– Modello a rete di auto-organizzazione: gli obiettivi aziendali sono stati definiti secondo la metodologia OKR (n.d.r. Objective and Key Results) partendo dalle proposte dei singoli team: 80% è la media di raggiungimento degli OKR di team
– Un ecosistema di servizi per la qualità del lavoro. Oltre metà degli atonpeople è impegnata nei servizi di assistenza per garantire ai clienti la continuità dei processi di business. Nel corso dell’anno i volumi del business sono aumentati del 27% rispetto al 2022 con la gestione 24 ore al giorno su 5 fusi orari diversi, per un totale di circa 300.000 richieste di supporto con il 90% di tasso di successo al primo contatto.
– Economia circolare. Nell’ottica dell’economia circolare e dell’utilizzo responsabile delle risorse, è stata lanciata un’asta online rivolta a tutti gli “atonpeople” per dare nuova vita ad alcuni dispositivi non più adatti alle esigenze iper professionali di una tech company, ma ancora funzionanti per uso personale. Il ricavato è andato ai progetti dell’associazione Informatici Senza Frontiere. Grazie ai servizi di manutenzione e gestione del parco hardware dei clienti nel corso dell’anno è stata allungata la vita a 422 dispositivi.
– Processi amministrativi paperless. Nel 2023 è stata avviata la digitalizzazione integrale dei processi amministrativi contabili attivi e passivi e delle note spese registrando la riduzione di 8.000 stampe rispetto al 2022
– Cultura di innovazione digitale condivisa nel territorio. 21 eventi con 400 partecipanti incontrati e il lancio di un nuovo format, .atonAcademy, con 750 certificazioni rilasciate in 3 settimane e 3 assunzioni. Il Report si chiude con uno sguardo al futuro: nell’ottica del miglioramento continuo anche gli obiettivi per il triennio 2024-26 sono stati declinati nelle diverse aree di impatto analizzate nel 2023.