Rendere i dati sulla salute del mare più reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, in una parola FAIR[1]. È l’obiettivo del progetto EMODnet Data Ingestion, che mira a rendere maggiormente fruibili e ad aumentare il numero dei dati raccolti dalla European Marine Observatory and Data Network (EMODnet), la più grande rete europea di osservazione di mari e oceani[2].
Il progetto, giunto alla quarta edizione, è finanziato dalla Commissione europea[3] e vede la partecipazione di 42 partner, tra cui ENEA che, proprio in occasione della Giornata mondiale degli Oceani, celebrata annualmente l’8 giugno, scende in campo per promuovere la necessità di migliorare la disponibilità dei dati marini per favorire studi sul clima, la conservazione degli habitat fragili e per rendere più sostenibili le attività dell’uomo in mare, dall’acquacoltura alla produzione di energia rinnovabile offshore.
ENEA, attraverso i laboratori del centro ricerche di Santa Teresa, è impegnata nel progetto come data center esperto nel trattamento dei dati che riguardano l’oceanografia fisica ed è coinvolta negli aspetti di divulgazione scientifica.
Tra i dati immessi nel portale EMODnet, anche quelli di temperatura, pressione, conducibilità e salinità dell’acqua rilevati da ENEA, insieme a CNR, DLTM (Distretto Ligure delle Tecnologie Marine), INGV e Istituto Idrografico della Marina, presso la stazione di monitoraggio installata nel 2019 nel Mar Ligure Orientale nei pressi della Baia di Santa Teresa (La Spezia).
L’ultima edizione del progetto prevede un ulteriore sviluppo del portale attraverso il quale dal 2016, vengono raccolti i nuovi dati che vanno ad alimentare la rete EMODnet. Tali inserimenti vengono immessi in prima battuta senza particolari lavorazioni ma diventano open in EMODnet solo dopo successiva elaborazione effettuata con il supporto di data center esperti.
“Per essere affidabili, accurati, ma soprattutto accessibili, i dati necessitano di essere ‘preparati’ secondo standard internazionali, con le necessarie informazioni ausiliarie per descrivere e far comprendere al meglio il dato stesso”, spiega Leda Pecci ricercatrice ENEA del Laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici.
Grazie a EMODnet Data Ingestion è stato possibile raccogliere oltre 1.400 dataset da 200 diversi fornitori. “Il lavoro di acquisizione dati e la maggiore condivisione di dati marini va a vantaggio non solo della comunità scientifica, ma anche della pianificazione marittima e dello sviluppo della blue-economy: ad esempio abbiamo aperto un tavolo di confronto con gli stakeholder del settore della produzione di energia rinnovabile offshore, per armonizzare l’acquisizione e la gestione dei dati marini necessari all’ottenimento di concessioni e licenze, autorizzazioni subordinate a lunghe e costose operazioni di survey geofisico dei fondali e a studi di impatto ambientale, a garanzia della sostenibilità delle attività” conclude la ricercatrice.