Roma – “All’incontro organizzato da Cittadinanzattiva, realtà consolidata per l’impegno profuso nelle iniziative a favore della prevenzione e cura delle maculopatie, alla presenza dell’onorevole Rosso e del senatore Satta, oltre a illustrare il possibile futuro ruolo della telemedicina e della teleconsultazione, che necessiteranno di risorse e investimenti adeguati di personale e materiali, abbiamo sottolineato la necessità di diffondere capillarmente il test di Amsler, nelle stazioni della metropolitana, nei luoghi di lavoro, nei vari servizi pubblici. Il tutto con un semplice reticolo in cartone di 10 centimetri per 10, quindi dal costo irrisorio, che permetterebbe, seguendo le semplici istruzioni, di fare una facile e immediata autodiagnosi di probabile maculopatia. La tempestività in queste patologie sappiamo essere fondamentale, ogni caso dubbio dovrebbe rivolgersi, senza esitazione, al medico oculista per la conferma del sospetto diagnostico”. Lo ha dichiarato il dottor Luca Menabuoni, past president e referente del rapporto con le istituzioni di AIMO (Associazione italiana medici oculisti), intervenuto alla presentazione della road map per le maculopatie di Cittadinanzattiva.
“Altro momento critico- come ha raccontato Massimo Ligustro, presidente del comitato macula- è quello di individuare il professionista realmente idoneo alla diagnosi e cura, cioè il medico oculista”. Come ha raccontato Ligustro, lui stesso ha perso del tempo fondamentale per la cura, poiché si era recato da chi lo ha rassicurato sulla sua situazione, senza poterlo trattare. Era un ottico, una figura professionale che non è competente in materia di diagnosi e cura delle patologie oculari. Da qui si è evidenziata “la necessità di limitare il camice bianco ai medici, così da evitare confusioni”.
Il Senatore Giovanni Satta, copresidente della Commissione interparlamentare per le patologie oculari, ha recepito il problema e ha aggiunto che “è in procinto di essere trasformato in legge il disegno di legge che tende soprattutto a far capire ai decisori la cronicità della malattia e la appropriatezza terapeutica per questo tipo di malattie”.
Per Scipione Rossi, segretario SISO (Società Italiana di Scienze Oftalmiche) “il primo contatto che il paziente ottiene dopo aver capito di avere la maculopatia è con la rete, dove spesso il maculopatico si confonde tra le mille informazioni di cui, peraltro, molte sono fake news. È indispensabile fare giusta informazione anche su internet, ma sempre in collaborazione con i medici oculisti, che sono gli unici che possono trattare con successo la maculopatia. A questo proposito- conclude Rossi- ricordiamoci che gli oculisti del SSN sono sempre meno pagati e più oberati di formalità, e che se vogliamo dare una corretta informazione al paziente, e non solo un consenso informato, ci vogliono più uomini e più mezzi”.
Massimo Nicolò, responsabile Centro Retina Medica, Maculopatie e Uveiti-Università di Genova, ha sottolineato la bontà dell’iniziativa di Cittadinanzattiva perché “mettere allo stesso tavolo universitari, primari ospedalieri, associazioni dei pazienti e società scientifiche è stata una operazione lodevole”.
In conclusione Menabuoni ha ricordato che “finalmente, dopo un lungo percorso durato più di 5 anni, AIMO, in collaborazione con SISO, sta per concludere la stesura della prima linea guida italiana relativa alle maculopatie”.