Milano – La trasformazione digitale nelle organizzazioni, qualunque sia il loro ambito di riferimento, non è più una scelta ma una necessità dettata dell’evoluzione delle dinamiche del mercato e del contesto socio-economico. In linea generale, quando ci si riferisce alla digital transformation, si tende a tradurla con adozione tecnologica. Ma il buon esito di un progetto di trasformazione digitale è molto di più del mero utilizzo di applicativi e strumenti. Piuttosto, è determinato dall’apertura al cambiamento e dalla capacità di rigenerare il mindset delle persone coinvolte.
Va da sé, dunque, che per valutare un percorso di digital transformation non basta tracciare i livelli di adozione tecnologica. Diventa fondamentale riuscire a misurare l’effettivo percorso evolutivo di change management, ovvero quell’insieme di attività strutturate per la gestione del cambiamento in azienda. La vera trasformazione deve includere la costruzione di competenze per mantenere a lungo il vantaggio sulla concorrenza. Si tratta di un percorso articolato e complesso, perché ha un impatto diretto sulle abitudini delle persone e sullo stesso modello di business dell’organizzazione.
Questo è l’ambito in cui opera Smartive, la full-service company al 100% italiana attiva dal 2016 e focalizzata nel supportare le aziende e le organizzazioni – collaborando con Leadership Team, Direzioni HR / Digital & Innovation – nel processo di trasformazione e di formazione utile a sostenere il cambiamento digitale.
Allontanandosi dai paradigmi della consulenza costruita a priori, Smartive propone un nuovo schema di gioco basato sul coinvolgimento diretto delle persone, attraverso format proprietari di Open Transformation fondati su quattro pilastri imprescindibili: contaminazione, esperienzialità, agilità e tracciabilità.
A guidare la strada, i dati forniti dalla SmartiveMap, un tool di people analytics, capace di inquadrare il livello di attitudine e la propensione alla trasformazione digitale dell’intera popolazione aziendale. Un test online che, incrociando skill, background e attitudini personali oltre che professionali, identifica 5 profili (Smartive Index), dal più propenso verso il cambiamento digitale e dotato di elevati livelli di competenza al meno aperto nei confronti dell’innovazione e meno pratico nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Nell’ordine: Embracer, Believer, Ally, Skeptic e Resister. L’indice esprime l’employability, ovvero il contributo a qualificare, a prova di futuro, le persone dell’organizzazione.
Percorsi formativi, format e metriche di misurazione della propensione al cambiamento, ma – in un contesto dove il dato è fondamentale nella costruzione delle strategie aziendali – il Return on digital Change è misurabile?
Per rispondere a questa domanda e offrire alle aziende parametri concreti di misurazione, Smartive ha sviluppato RoC(K), una metrica attraverso la quale una quantificazione è possibile. Come? Calcolando i benefici generati e gli investimenti sostenuti (RoC) riparametrandoli al coefficiente “K” che misura lo scostamento percentuale tra i livelli iniziali e finali di propensione al cambiamento digitale forniti dallo Smartive Index.
“Trasformiamo le persone per trasformare le aziende, questo è il motto fondativo di Smartive. Una vera rivoluzione culturale perché non basta imporre un percorso per far sì che esso funzioni. Bisogna coinvolgere e ispirare le persone, includerle nei processi di cambiamento, verso obiettivi comuni – afferma Francesca Maria Montemagno, Co-Founder e Amministratrice di Smartive – “Con l’introduzione della metrica RoC(K) sviluppata per la misurazione del Return on Change, oggi abbiamo un elemento in più per i nostri clienti: la possibilità di quantificare il ritorno sull’investimento, di misurare con parametri concreti, i benefici dei percorsi di digital transformation, portando la cultura del dato nei processi di people analytics. Si aprono nuovi scenari: possiamo misurare il cambiamento e misurarci con il cambiamento, in un percorso condiviso con i nostri clienti e la nostra community”.
RoC(K):
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RoC (Return on digital Change) misura i benefici attesi, le persone effettivamente coinvolte in relazione ai costi affrontati per dare una dimensione dell’impatto sul business
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(K) rappresenta un coefficiente calcolato misurando la variazione di Smartive Index generato nel periodo osservato (Smartive Index Test 2 – Smartive Index Test 1). Lo Smartive Index indica la prontezza digitale dell’organizzazione pesando competenze digitali e soft skill dei singoli (miglioramento della prontezza digitale).