Ogni giorno che passa è sempre peggio. Le nubi si addensano, le turbolenze imperversano, ognuno dice la sua e nessuno è in grado di fissare una rotta definita e sicura per Alitalia. Capace di allineare la compagnia verso un atterraggio diventato, ormai, più un miraggio che un auspicato salvataggio, in extremis, dell’intera baracca scricchiolante.
La spia della privatizzazione, per il momento, si è spenta e non si sa quando riprenderà a clignottare. Dal quadrante di bordo è scomparsa anche ogni traccia di potenziale compratore. Dalla radio si accavallano, invece, voci e pareri gracchianti e discordanti sulle sorti di una compagnia Cenerentola, per cui la campana che suona ha sempre più i rintocchi hemingwayani, per l’annuncio della fine di un lungo e ingannevole incantesimo.
Dalla cabina di comando il primo pilota, Maurizio Prato, annuncia un piano d’emergenza terapeutico, più che strategico. Parla di rotte da dimettere e a Malpensa scattano gli allarmi. Di “migliaio di esuberi”, ma si ha la netta impressione che il fruscio-radio abbia coperto la parola “qualche”. E suggerisce un “consistente” aumento di capitale, senza immaginare chi possa eventualmente sottoscriverlo.
Dal collegamento emerge l’esortazione del presidente di Federmeccanica e vice-presidente di Confindustria, Massimo Calearo, che auspica la soluzione radicale del fallimento di Alitalia. Mentre gli fa eco il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, che ritiene la soluzione del fallimento “peggiore” del pur angosciante piano industriale annunciato.
Nel frattempo il trio lombardo, Formigoni, Penati e Moratti, in una trasversale e federale sintonia, minaccia ritorsioni e aperture a soggetti stranieri anche dello slot più pregiato (il Milano-Roma), se solo si cominciasse a materializzare un ridimensionamento del traffico Alitalia su Malpensa. E il più duro è proprio il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati: “Non ricadano sulla Lombardia e sul Nord gli errori e le clientele di anni di inefficienza nella gestione Alitalia. Il suo futuro non può prescindere da un aeroporto che continua a crescere”.
Più il tempo passa e più la realtà della compagnia di bandiera assomiglia alla sit-com “Piloti”, che Max Tortora ed Enrico Bertolino hanno portato con gusto e ironia nelle case degli italiani, prima del tg di mezza sera.
di Antonio V. Gelormini