Con i tasselli lavoro e sviluppo, al centro del protocollo d’intesa tra Governo e parti sociali, si completa il puzzle del capitolo welfare. Che ha visto, negli ultimi mesi, sindacati, forze politiche ed Esecutivo in affanno di concertazione, ma capaci alla fine di raggiungere il sofferto accordo sulla riforma delle pensioni e la modifica del cosiddetto “scalone”.
L’ultimo pezzo di strada sembra essere in discesa. Il piano preparato dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano, in verità ha già raccolto il consenso non formale di gran parte dei soggetti rappresentativi interessati. Prima fra tutti la Cisl, che ne apprezza l’articolazione e i tratti innovativi. A seguire la stessa Cgil, pur se con non pochi contrasti interni.
Nella bozza, che completa il pacchetto previdenza, c’è di che compensare i “mal di pancia” di molti degli scontenti dell’accordo sulle pensioni. L’intervento sulla legge Biagi, per l’abolizione del cosiddetto affitto di manodopera a tempo indeterminato (staff leasing) e del lavoro a chiamata (job on call). Lo stop al rinnovo dei contratti a termine oltre i 36 mesi, con conseguente obbligo di assunzione a tempo indeterminato. Una specifica attenzione al cosiddetto “reinserimento”, con sgravi fiscali e contributi alle imprese che assumeranno donne uscite dal mondo del lavoro, disoccupati ultra cinquantenni e giovani inoccupati. Oltre alla de-tassazione del lavoro straordinario, a una normativa favorevole al part-time lungo e all’incremento di 2 punti percentuali per la quota di premio di risultato esente da contributi.
La scommessa del Governo comincia a dare i primi frutti. La netta sensazione è che nel Paese sia piuttosto vasto il consenso e l’approvazione alle misure adottate con l’intera serie di provvedimenti. Le fasce sociali beneficiarie sono larghe. Chi, come Di Liberto, Migliore o lo stesso Giordano, si prepara all’assalto della diligenza, a colpi di emendamenti in Parlamento, sa bene che non potrà stravolgerne l’architettura. Pena la perdita di un’opportunità più unica che rara, i cui risvolti li porterebbero a dar conto per molto tempo, non solo agli strati di sociali interessati, ma soprattutto ai figli e ai figli dei loro figli.
Si è trattato di un’altra nottata al tavolo delle negoziazioni. Ma questa volta la notte “ha portato consiglio”. Col caldo di questi giorni, di notte si lavora decisamente in condizioni più ottimali. Il ponentino romano e un cielo stellato hanno predisposto gli animi al meglio. L’estate del Governo si preannuncia serena. Per l’autunno, si vedrà.
di Antonio V. Gelormini