Con la pandemia da Coronavirus anche il mercato del lavoro ha subito un profondo cambiamento a seguito di una richiesta in ambiti nuovi. Secondo il World Economic Forum, infatti, nei prossimi anni si andranno a creare circa 133 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo. In Italia si stima che la curva occupazionale crescerà di circa 2,5 milioni di lavoratori. Il mercato occupazionale, a causa della pandemia, aveva già iniziato a cambiare tuttavia oggi stiamo assistendo ad una vera e propria un’accelerazione.
Bisogna considerare che i nuovi ruoli professionali, le competenze e le metodologie di lavoro saranno sempre più improntate sulla necessità di sincronizzare l’operato dell’essere umano con le macchine grazie ad una tecnologia sempre più avanzata. L’obiettivo è creare una virtuosa collaborazione tra l’uomo e le aziende sempre più digitalizzate basate sulla general purpose technology, ossia l’influenza delle tecnologie sull’economia.
Ma quali settori saranno più aperti a queste nuove figure professionali?
Il 24% delle occupazioni riguarderanno il mondo della tecnologia, dal coding ai big data, dall’Internet of Things alla proprietà intellettuale e soprattutto l’intelligenza artificiale. Un consistente incremento riguarda il mondo della trasformazione industriale, come la robotica, la logistica e i trasporti.
Le nuove figure professionali che stanno emergendo sul mercato richiedono laureati in ingegneria, soprattutto quelli che hanno frequentato un corso di ingegneria gestionale, o laureati in scienze economiche. Oltre queste, quali sono le facoltà e gli atenei italiani che garantiscano le migliori possibilità di carriera?
Abbiamo parlato di ingegneria gestionale. Sicuramente si tratta di uno dei settori dell’ingegneria più spendibile in termini lavorativi. Il laureato “trova sede naturale di occupazione in tutte le imprese ed in tutte le aree di attività in cui convivono elementi tecnologici, economici, gestionali e di innovazione”. Le competenze oscillano dalla “gestione della produzione industriale e della sicurezza e protezione degli impianti”. E riguardano tanto le piccole imprese quanto le imprese di medio-grandi dimensioni.
Anche facoltà come economia o scienze della comunicazione aprono la strada a nuove competenze sempre più digitali e innovative. Attualmente gli atenei stanno rivoluzionando i propri percorsi di studio, in quanto sempre più attenti all’evoluzione digitale e tecnologia. Il futuro professionista sarà infatti formato affinché acquisisca competenze in grado di migliorare le proprie performance.
Non sorprende che realtà come l’Università telematica Niccolò Cusano, focalizzando la propria attenzione sul mercato del lavoro in continua mutazione, è in grado di restare al passo con i tempi. Per questa ragione, l’ateneo ha orientato i propri corsi verso discipline che assicurano l’inserimento nel mondo del lavoro dopo il conseguimento del titolo. L’obiettivo è di garantire allo studente iscritto un percorso didattico all’avanguardia, che gli restituisca una formazione teorica affiancata a quella pratica. Inoltre, la Unicusano, tra gli istituti telematici, è il primo in Italia per organizzazione, in quanto ha strutturato la propria funzionalità tra didattica in modalità e-learning e didattica con modalità tradizionale, ossia in presenza. Se il lavoro futuro cambia con esso anche l’offerta formativa dell’università si trasforma, non sappiamo quali altre facoltà nuove sorgeranno ma di sicuro il lavoro sarà sempre più agile.