Il Rettorato dell’Università di Urbino torna nella sede di Via Saffi, 2 al termine dei lavori di ristrutturazione, realizzati con il contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, che oltre a porla all’avanguardia sul piano tecnologico ne hanno redistribuito gli spazi, con un’Aula Magna tutta nuova e una Sala riunioni appositamente dedicata a Cda, Senato Accademico e agli altri organismi accademici. Presto anche la Direzione Generale avrà la sua nuova collocazione sullo stesso piano, in modo da garantire un’affinità anche fisica tra i vertici dell’Ateneo.
“Un luogo emblematico che rappresenta il punto di congiungimento ideale tra la Città e l’Università, alla sommità del Poggio” ha ricordato il rettore Vilberto Stocchi “ove si erge Palazzo Bonaventura, antica residenza dei Conti Antonio e Guidantonio di Montefeltro, a guardia di un’ampia veduta che si allarga sino alle ali orientali di Palazzo Ducale e alla facciata neoclassica della Cattedrale. Un Palazzo che nel tempo ha accompagnato i cambiamenti della storia, a partire dal Casato dei Montefeltro sino ai Signori Bonaventura, che ospitò spiriti illustri come Torquato Tasso e che accolse nel 1834 la Pontificia Università degli Studi. Ma la vita moderna porta spesso a correzioni e a mutamenti” ha sottolineato il Rettore. “Lo affermava Carlo Bo mentre difendeva il progetto di De Carlo, che negli anni Cinquanta aveva ricomposto il Palazzo per adattarlo alle esigenze di uno Studio che ospitasse la comunità accademica e studentesca”. Stocchi ha poi voluto ricordare i tanti che hanno contribuito a realizzare il progetto, in primis l’architetto Pierpaolo Ceccarini.
“L’ideazione dei nuovi ambienti, partendo dalla conservazione dell’essenza del palazzo “storico”, ha rimodellato la spazialità interna” ha evidenziato Stocchi “migliorando la relazione visiva con la città, come nel caso della disposizione dello Studio del Rettore, con le vedute verso Piazza Rinascimento, e definito la solennità e l’autorevolezza delle sale istituzionali, attraverso un’attenta valorizzazione degli spazi e una valutazione della luminosità degli ambienti. Anche la luce artificiale, analoga alla luce del giorno, dopo aver valorizzato direttamente le volte, attraverso queste ultime si diffonde negli ambienti in modo armonioso. Le ampie aperture interne sono completate da porte di alto contenuto tecnologico, mentre i “misurati” elementi decorativi rappresentano un’interpretazione in chiave moderna di quelli appartenenti all’architettura rinascimentale urbinate.”
Presenti alla cerimonia assieme al prefetto Vittorio Lapolla, al sindaco Maurizio Gambini e all’Arcivescovo di Urbino Monsignor Giovanni Tani e al nuovo rettore Giorgio Calcagnini, i familiari di Mario Logli i cui dipinti adornano da oggi l’Aula Magna. “Oggi è un giorno importante per la nostra famiglia” ha dichiarato commossa la moglie di Logli, Maria Antonietta “che non poteva immaginare luogo più prestigioso per mettere a disposizione dell’Università le opere di Mario, che sicuramente è qui con noi a godere del fatto che le sue opere si affacciano sulla piazza che lui tante volte ha dipinto, dove ha giocato per tutta l’infanzia e che vedeva dalle finestre della sua scuola, la famosa Scuola del Libro. L’Università è il luogo della cultura, della ricerca, del rispetto della bellezza da difendere, conservare e produrre. Sono questi i temi delle opere di Mario, capiti e condivisi da Carlo Bo quando, tra l’altro, diceva che con la fantasia e la memoria <Logli ci restituisce una Urbino più vera del vero>