- Dalla Puglia una best practice da 1miliardo destinato a 2.300 tra imprese e professionisti pugliesi
- Infrastrutture: In attesa dei fondi del Recovery Plan il governo prova a sbloccare una ventina fra piani e progetti: 5 miliardi di strade, 10 di ferro , 5 fra idrico, depurazione e dissesto. Valore totale 20 miliardi sui 41 nazionali. L’elenco delle opere da commissariare.
- I cervelli in fuga tornano a casa nel Mezzogiorno, la Ricerca “Covid-19 – l’impatto sui giovani talenti” dimostra che un talento su 4,3 sta per tornare nelle regioni del Sud. Il cosiddetto South Working è favorito dalle agevolazioni fiscali del Decreto Crescita nel 2019.
- Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria, commenta gli sgravi fiscali del 30% sul costo del lavoro per le imprese del Sud: “E’ tempo di passare dalle misure di sostegno temporaneo a interventi strutturali”. Dello stesso avviso il direttore dello Svimez, Luca Bianchi.
Torna in edicola il Rapporto Sud del Sole 24 ore oggi 18 settembre in Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Basilicata con un focus dedicato alla misura pugliese da quasi 1 miliardo di euro di mutui erogati in poco meno di 2 mesi e destinati a 2.300, tra imprese e professionisti pugliesi, tutti a corto di liquidità a causa del Covid, e beneficiari di un contributo regionale, a fondo perduto, pari al 20% sui prestiti bancari concessi: una best practice tutta pugliese che secondo Confindustria potrebbe fare scuola anche a livello nazionale, come chiede il presidente degli industriali pugliesi, Sergio Fontana. La misura è quella del “Titolo II Circolante (Lift Plus)” che ha consentito l’erogazione di mutui per 955 milioni, tra il 6 giugno ed il 24 agosto scorso.
Un altro focus importante è quello dedicato al tema delle infrastrutture e dei possibili cantieri che il governo vuole commissariare. In attesa dei fondi del Recovery Plan (compreso lo Stretto di Messina) il governo prova a sbloccare una ventina fra piani e progetti: 5 miliardi di strade, 10 di ferro , 5 fra idrico, depurazione e dissesto. Valore totale 20 miliardi sui 41 nazionali.
Sul Rapporto Sud del Sole 24 Ore l’elenco delle opere da commissariare:
10.039 milioni di opere ferroviarie: raddoppio della Pescara-Bari, completamento (700 milioni); Roma-Pescara (600 milioni); nuova linea Ferrandina-Matera La Martella (365,49 milioni); potenziamento infrastrutturale e tecnologico della Salerno- Reggio Calabria (230 milioni); Palermo-Trapani (144 milioni); Potenziamento tecnologico e infrastrutturale della linea Taranto-Metaponto-Potenza- Battipaglia Napoli-Bari (5.807 milioni); Palermo-Catania-Messina (7.250 milioni).
5.149 milioni di opere stradali: Autostrada A24 e A25 Roma-L’Aquila e Roma-Pescara: messa in sicurezza (3.140 milioni); Strada statale Jonica n. 106 terzo lotto (1.335,12 milioni); Collegamento autostradale tra la SS 514 di Chiaramonte e lo svincolo della SS 194 Ragusana (674 milioni); Rete stradale siciliana; Rete stradale sarda.
3.135 milioni sul piano anti-dissesto. È la quota destinata al Sud di un piano nazionale che vale 9.500 milioni.
695 milioni di opere idriche. È la quota destinata al Sud di un piano nazionale di 1.580 milioni.
1.012 milioni di depurazione acque. È la quota destinata al Sud di un piano nazionale di 1.200 milioni.
In evidenza sull’inserto del Sole 24 Ore dedicato a Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Basilicata anche il controesodo dei cervelli in fuga previsto dalla Ricerca Covid-19 – l’impatto sui giovani talenti condotta dal Centro Studi Pwc su iniziativa congiunta di Talents in Motion e Fondazione Con il Sud. La ricerca, condotta nel pieno della fase acuta della pandemia attraverso la piattaforma Linkedin, aveva l’obiettivo di comprendere come la pandemia avesse influenzato stili di vita, percorsi professionali e aspettative dei talenti italiani con un profilo internazionale. Un talento su 5 pensa di tornare in Italia, uno su 4,3 sta per tornare nelle regioni del Sud. Si parla di South Working come di un trend in crescita, favorito tra l’altro da agevolazioni fiscali introdotte dal Decreto Crescita nel 2019 e che prevedono la riduzione dell’imponibile del 70% e del 90% se la residenza viene trasferita in una delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia). Il campione della ricerca comprendeva il 95% di residenti all’estero in Paesi europei (30% in UK, il 17% in Spagna, il 15% in Francia e il 14% in Germania), il 74% di età compresa tra i 18 e i 35 anni, il 57% uomini e il 43% donne, l’83% con laurea e master e il 7% con dottorato. Per il 23% dei giovani coinvolti nell’indagine (1 su 4,3) «il COVID-19 ha accresciuto la propria propensione a tornare nel Mezzogiorno d’Italia» (il 20% nell’intero Paese). Secondo la ricerca riportata sul Rapporto Sud, dopo il Covid – 19 sono cambiate le priorità degli italiani. Così oggi per l’83% dei giovani meridionali emigrati (82% degli italiani) il desiderio di stare vicini ai propri cari viene definito “un fattore molto rilevante”. Ma anche tra i talenti più internazionalizzati e residenti all’estero, il 28% dei meridionali e il 20% degli italiani hanno sospeso il lavoro o addirittura lo hanno perso. A questi si aggiunge il 60% che è in smart working.
Sullo sgravio fiscale del 30% sul costo del lavoro per le imprese del Sud interviene sul Rapporto Sud il vicepresidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione territoriale Vito Grassi, che così commenta: «Lo sgravio del 30% è molto utile per le imprese che operano in un territorio svantaggiato. Ma è tempo di passare dalle misure di sostegno temporaneo a interventi strutturali inseriti in un piano organico di rilancio. Quindi, anche la riduzione del costo del lavoro deve diventare una misura di carattere strutturale.» E ribadisce come sia meglio la riduzione del cuneo fiscale e contributivo.
Dello stesso tenore le dichiarazioni al Rapporto Sud di Luca Bianchi direttore dello Svimez, l’associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno: “È una misura che rientra in un’ottica prevalentemente difensiva che è molto utile in una fase di crisi così evidente. Tutto dipende però dal riattivare le politiche di sviluppo. La decontribuzione è importante perché attenua l’impatto sull’occupazione ma non ti fa uscire dalla stagnazione. C’è un gruppetto di regioni continentali come la Campania e la Puglia con una capacità di reazione più rapida. Poi ci sono le regioni della fascia tirrenica come la Calabria e le isole (Sicilia e Sardegna) che invece non reagiscono”.