Non manca proprio più alcunché al presidente del Consiglio Romano Prodi, per presentare finalmente la sua piattaforma per la riforma delle pensioni. I passaggi critici sono stati tutti affrontati e, in un certo qual modo, superati. Tutte le varianti sono state ipotizzate, analizzate, rivoltate, sezionate e ricomposte. Non c’è più spazio per ulteriore creatività. Si direbbe che ormai la presentazione della proposta è solo una formalità.
Dopo le forche caudine di Bruxelles, anche il Comitato politico di Rifondazione Comunista ha preso atto dell’inevitabilità dell’intervento. Ha messo i suoi paletti, ma ne ha preso atto. L’isolamento da accerchiamento ha contribuito, senza dubbio, a rompere le resistenze più tenac. E il veleno riversato sulla “manovra centrista” lo dimostra in maniera inequivocabile.
Oggi, infine, arriva l’assist del Governatore della Banca d’Italia. In un’audizione alla Camera, Mario Draghi effettua il passaggio smarcante sulle pensioni: “Bisogna aumentare gradualmente l\’età media effettiva di pensionamento e sviluppare le forme di previdenza complementare”. E aggiunge: “Riformare le pensioni per i giovani, abbattere il debito e usare il tesoretto per ridurre il disavanzo”.
Nel contempo, si preoccupa anche di ammonire il Governo, facendo proprie, in questo caso, le preoccupazioni di Almunia, della Corte dei Conti e dello stesso Padoa Schioppa. Criticando il rinvio al 2011 dell’obiettivo di pareggio di bilancio. Il vento favorevole della congiuntura avrebbe dovuto suggerire, a suo parere, maggiore coraggio. E impedire di rimandare a domani quello che si sarebbe potuto fare già oggi: destinare più extragettito alla riduzione del debito pubblico.
Romano Prodi aveva già avuto modo di sottolineare che “Gli assist vanno colti al volo”. Stasera dormirà il sonno dei giusti. E domani apparirà sul Monte Sinai.
di Antonio V. Gelormini