In Italia, quasi 30mila imprese in meno nei primi tre mesi del 2020; nello stesso trimestre del 2019 il calo era stato di 21mila. Il bilancio della nati-mortalità delle imprese italiane tra gennaio e marzo di quest’anno risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale.
In netto calo sia le iscrizioni che, in misura minore, le cessazioni. Tra gennaio e marzo, a livello nazionale, si registrano 96.629 nuove aperture, a fronte di 114.410 dello stesso trimestre dell’anno precedente, e 126.912 chiusure contro le 136.069 del 2019.
Si tratta di un dato che, ovviamente, si riflette anche a livello territoriale e settoriale. Gli effetti conseguenti allo stato di preoccupante eccezionalità in cui l’economia reale si sta muovendo appesantiscono ulteriormente il risultato del bilancio del primo trimestre dell’anno che, storicamente, si conclude sempre in rosso per effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente.
I dati rilevati e analizzati mostrano una situazione allarmante anche per il Salento e le altre province pugliesi. Tutti negativi i tassi di crescita dell’imprenditoria pugliese, con Foggia che registra il risultato peggiore con – 0,57%, seguita da Lecce ( -0,41%), Bari (-0,40%), Brindisi (- 0,37%) e Taranto (-0,36%).
Il bilancio della nati-mortalità delle imprese salentine tra gennaio e marzo di quest’anno è pari a -307 unità. Nel I trimestre 2020 si sono iscritte 1400 imprese a fronte di 1707 cessazioni che risultano diminuite, comunque, rispetto all’analogo trimestre del 2019 .
“Covid19 ha travolto e stravolto le nostre vite e la nostra economia ed ovviamente non ci aspettavamo un dato diverso” – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete – “Viviamo un tempo drammatico e tocchiamo con mano, giornalmente, la difficoltà in cui versa tutto il nostro tessuto produttivo caratterizzato soprattutto da micro e piccole imprese che non vedono, nelle misure sin qui adottate dal Governo, strumenti risolutivi o quantomeno di ristoro rispetto alla immane crisi che le attanaglia. Mancano sostegni a fondo perduto e stringere la “mano” tesa dal Governo, pur animato da buone intenzioni, rischia inevitabilmente di peggiorare la situazione, di inasprire alcune criticità, traducendosi, di fatto, in ulteriore indebitamento per imprese che, già prima della pandemia, non potevano vantare una situazione particolarmente florida e solida; una pericolosa spirale, quindi, che non proietta certo verso una ripresa e non riesce ad instillare nei nostri imprenditori il benché minimo sentimento di fiducia ed incoraggiamento.
La Camera di Commercio, da un punto di vista operativo, già ai primi accenni dell’emergenza, si è tempestivamente attivata affinché non venisse meno, anche nel pieno della crisi, il sostegno dell’Ente che ha mantenuto disponibili tutti i suoi servizi e ne ha permesso la fruizione soprattutto in modalità telematica; ora, anche basandoci sull’analisi dei concreti fabbisogni dei nostri imprenditori che in queste settimane hanno aderito – e li ringrazio sentitamente per questo – ad una capillare attività di rilevazione posta in essere dalla Camera di Commercio ed Unisalento, ci prepariamo all’avvio della fase 2, mettendo in gioco tutte le risorse economiche e di sistema a nostra disposizione per continuare ad affiancare le imprese e contribuire all’auspicata ma di certo faticosissima ripresa, puntando soprattutto ad avviare percorsi di accesso agevolato al credito. Serve liquidità ma non solo quella acquisita con il ricorso ad ulteriore indebitamento. Serve sostegno concreto e immediato per arginare i danni che stanno minando profondamente la sopravvivenza delle nostre imprese”