La depurazione e il riuso delle acque reflue, l’utilizzo di sofisticati e avanzati sistemi tecnologici dei fanghi per uso agro-industriale, e una nuova normativa che snellisca le procedure di riutilizzo in tutta la Regione. Questo è stato il focus al centro del convegno “Depurazione e trattamento fanghi – Stato e prospettive in Puglia” tenuto oggi in Fiera del Levante al padiglione 170, uno spazio che l’assessorato regionale all’Ecologia e l’Acquedotto Pugliese hanno dedicato ai temi dei riuso e del riciclo consapevole con la collaborazione del Politecnico di Bari.
All’incontro è intervenuto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessore all’Ambiente Domenico Santorsola, il Rettore del Politecnico di Bari Eugenio Di Sciascio e Lorenzo De Santis, Vice Presidente di Acquedotto Pugliese.
Il Governatore Emiliano ha ripercorso il ruolo dell’Acquedotto Pugliese e la sua funzione essenziale per il benessere della Puglia e di gran parte del Mezzogiorno. “La visione che oltre cento anni fa ebbero i politici e gli ingegneri pugliesi quando hanno progettato e costruito l’Acquedotto – ha commentato Emiliano – sta dando i suoi frutti. Si trattò di un investimento di proporzioni immense, all’epoca il senatore Ottavio Serena la definì “un’impresa gigantesca, la cui esecuzione dovrà riuscire a gloria e a vantaggio del Paese”. Se oggi siamo qui a parlarne è perché tutte le grandi imprese si compiono tra immense difficoltà, e si portano a termine solo se si possiede una fede assoluta nella loro riuscita”.
“Lo sforzo che la Regione sta facendo oggi, creando sinergie tra AQP, Politecnico di Bari e Autorità idrica pugliese, è di avviare una politica e un’economia del riuso delle acque, in particolare la destinazione dei fanghi reflui per l’agricoltura. È un cammino difficile che si può compiere solo lavorando insieme, – ha concluso Emiliano – ma è una sfida che stiamo vincendo grazie alle competenze e alle capacità di programmare dei pugliesi”.
La Puglia, grazie al Piano di tutela delle acque e a investimenti massicci, può contare su un sistema di depurazione che ne garantisce i territori, attraverso i suoi 185 depuratori, gestiti dall’Acquedotto pugliese.
Fra il 2013 e oggi sono stati investiti circa 530 milioni di euro, dei 720 milioni a disposizione, rivenienti da fondi comunitari e fondi Cipe, perseguendo importanti risultati. Su tutti un sistema di trattamento depurativo che garantisce la Regione e consente di andare oltre, promuovendo ulteriori forme di impiego della risorsa idrica, arrivando al riuso della stessa, in agricoltura e in ambito ambientale.
Convogliare le acque trattate verso attività produttive, in special modo l’agricoltura ma anche l’industria, è la strada da seguire per favorire un utilizzo ottimale e sostenibile della risorsa idrica. Secondo il vice presidente di Acquedotto Pugliese Lorenzo De Santis “il riutilizzo delle acque reflue è un tema determinante non solo a livello locale ma ben oltre i confini nazionali. Lo dimostrano le sinergie avviate con Università italiane e straniere, con in testa il Politecnico di Bari, per affrontare il problema prima che diventi emergenza”.
“La Puglia è storicamente povera di acqua – ha continuato il vice presidente di AQP De Santis – e l’obiettivo del nuovo corso dell’AQP, che io chiamo Acquedotto 2.0, è quello di non sprecare una sola goccia d’acqua proveniente dal trattamento dei reflui. Oggi c’è qualche difficoltà nel riutilizzo, e la Regione Puglia sta provvedendo a un ampliamento delle aree dove poter riutilizzare i fanghi in agricoltura. Questo rientra in una visione un po’ più ampia – ha concluso De Santis – per la quale si sta dimostrando efficace la collaborazione attiva con le aziende, come AMIU Bari e Foggia”.
Al convegno sono intervenuti Luca Limongelli, dirigente Risorse idriche della Regione; Vito Colucci, direttore dell’Autorità Idrica Pugliese; Massimiliano Baldini, responsabile Impianti di depurazione AQP; Barbara Valenzano, direttore dipartimento Opere pubbliche, Ecologia e Paesaggio della Regione, Vito Felice Uricchio, direttore CNR IRSA; Gianfranco Grandaliano, presidente AMIU Puglia.
Sul riutilizzo dei fanghi è intervenuto Massimiliano Baldini, responsabile Gestione Impianti di depurazione di Acquedotto Pugliese: “abbiamo tutti l’obiettivo di riutilizzare al massimo le acque reflue, – ha chiarito Baldini – così come avviene in Israele, dove AQP ha fatto tesoro di tecnologie innovative per il riuso. E la destinazione dei reflui trattati non riguarda solo l’agricoltura, ma anche l’industria e gli enti locali: ad esempio le acque trattate possono essere utilizzate per ripulire le strade, irrigare i giardini pubblici, dove continuare a utilizzare acqua potabile è un errore, dati i costi e gli evidenti sprechi”.
Lo scorso agosto la Regione ha deliberato la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio in Puglia, mentre in passato i fanghi venivano inviati in Lombardia per poi trasformarli in compost che veniva rivenduto dalle aziende private agli agricoltori, tra i quali figuravano molte aziende agricole pugliesi. Una situazione che, è emerso nel convegno di oggi in Fiera, dovrà necessariamente cambiare.
Nel prossimo mese di ottobre l’Acquedotto Pugliese, in collaborazione con il Politecnico di Bari, andrà in Grecia per un confronto tecnico nell’ambito di un progetto dell’Unione Europea che mira a ridurre al minimo gli sprechi, sia delle acque potabili che delle acque reflue.