Più di 398 mila bambini sono giunti in Europa via mare dal 2015 – il 30% del totale dei migranti sbarcati<– affrontando viaggi lunghi e pericolosi in cui mettono gravemente a repentaglio la propria vita e rischiano di diventare vittime di abusi e sfruttamento. Solo in Italia, nei primi otto mesi del 2016, secondo le stime di Save the Children, circa 15.300 minori sono arrivati soli, senza alcun adulto di riferimento al loro fianco, un numero quasi doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Durante la traversata del Mediterraneo, quest’anno, oltre 3.100 persone hanno perso la vita – oltre 500 vittime in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – tra cui 137 bambini tra il 1 gennaio e il 15 giugno.
Numeri di fronte ai quali l’UE e gli Stati Membri sono chiamati a intervenire con urgenza, ponendo al centro della politica e dell’azione europea sui migranti i diritti e i bisogni dei bambini durante tutto il loro percorso migratorio, nei Paesi di origine, di transito e di destinazione.
L’appello è stato lanciato oggi da Save the Children, in occasione di un incontro con le Istituzioni italiane, europee e internazionali, organizzato a Roma dall’Organizzazione, dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelarne i diritti. Nel corso dell’incontro, Save the Children presenta il policy brief “Putting children at the forefront: Save the Children’s recommendations for a child-centred EU agenda on migration”, che rivolge forti e specifiche raccomandazioni alla UE e agli Stati Membri – a più di un anno dall’adozione dell’Agenda europea sulla Migrazione e in vista dell’imminente Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che sarà focalizzata proprio sulla tematica dei rifugiati e dei migranti – per garantire un’efficace protezione alle migliaia di bambini in fuga da guerre, persecuzioni e povertà estrema.
“Qualunque sia la ragione che li costringe ad abbandonare le proprie case, tutti i bambini migranti hanno il diritto di sentirsi al sicuro, di essere protetti dagli innumerevoli rischi che incontrano nel corso del loro viaggio, tra cui violenze, abusi e sfruttamento, e di continuare a ricevere istruzione e opportunità per il loro futuro. Eppure, l’Unione Europea e gli Stati Membri stanno continuando a rendersi autori di violazioni dei diritti dei minori migranti, attraverso leggi e decisioni che sembrano anteporre il controllo delle frontiere al superiore interesse dei bambini. Ora più che mai è urgente e necessario che l’UE attui una politica e una strategia comune che garantisca una effettiva protezione degli individui più vulnerabili, che sono i bambini e soprattutto quelli non accompagnati”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
Save the Children chiede all’Europa che le operazioni di ricerca e salvataggio in mare continuino ad essere una priorità assoluta e venga garantito il massimo sforzo per garantire prima di tutto il salvataggio delle vite umane a rischio. A questo proposito, l’Organizzazione annuncia l’avvio, nei prossimi giorni, di una propria operazione di ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo Centrale. VOS HESTIA, la nave di Save the Children che batte bandiera italiana e che sarà di stanza ad Augusta, è lunga 59 metri, potrà soccorre e accogliere 300 persone per volta e si avvarrà di due gommoni di salvataggio gestiti da squadre specializzate in questo tipo di operazioni in alto mare.
“Abbiamo l’obbligo di proteggere i bambini e le loro famiglie sia quando si trovano già in Europa sia nel corso del viaggio molto pericoloso che sono costretti ad affrontare per raggiungerla. Opereremo in stretta collaborazione con la Guardia Costiera Italiana, con le Autorità e con le altre ONG impegnate nel Mediterraneo con l’obiettivo di salvare vite umane, in particolare quelle dei più vulnerabili, come i bambini”, ha commentato Valerio Neri.
A bordo, i team specializzati di Save the Children forniranno ai migranti assistenza medica, cibo, acqua, sostegno psicologico e protezione per i bambini, e potranno individuare, già a bordo, le necessità specifiche e i casi più vulnerabili in particolare tra i bambini e i minori non accompagnati, per una migliore assistenza una volta sbarcati sulla terra ferma.
Tra le raccomandazioni presentate da Save the Children alla UE e agli Stati Membri e discusse oggi nella Tavola Rotonda istituzionale, l’Organizzazione chiede di attivare e garantire vie sicure e legali attraverso le quali i migranti, e in particolare i bambini, possano raggiungere l’Europa evitando di affidarsi a trafficanti spregiudicati.
“I diritti dei bambini sono stati fino ad ora troppo poco rappresentati e tutelati nell’Agenda europea sulla migrazione. Sebbene essi costituiscano il 36% di tutti i richiedenti asilo in Europa, risultano ancora insufficienti le misure intraprese per assicurare la protezione dei più piccoli, siano essi soli o accompagnati da familiari e adulti di riferimento. I bambini sono prima di tutto bambini, a prescindere dal loro status di rifugiati o migranti, e l’UE e gli Stati Membri hanno la possibilità e il dovere di voltare pagina e di porre la vita e i diritti dei più piccoli al centro delle proprie strategie sulle migrazioni”, ha affermato Maria Egizia Petroccione, Responsabile Advocacy Internazionale di Save the Children Italia.
In particolare, deve essere sempre garantito il rispetto della direttiva sul ricongiungimento familiare, una possibilità che ai minori deve essere concessa già dai momenti immediatamente successivi al loro arrivo in un paese dell’UE.
I bambini, da soli o con la famiglia, e altri gruppi vulnerabili dovrebbero inoltre avere la priorità nel quadro dei meccanismi di ricollocamento all’interno dell’UE, attraverso procedure chiare, rapide ed efficienti, mentre il piano della Commissione, che prevede il ricollocamento di 160.000 richiedenti asilo dalla Grecia e dall’Italia, continua a caratterizzarsi per i forti ritardi sulla tabella di marcia. All’11 luglio 2016 solo 3.056 richiedenti asilo sono stati ricollocati in altri paesi (843 dall’Italia e 2.213 dalla Grecia).
Il reinsediamento, inoltre, rappresenta uno dei canali più importanti per garantire ai minori migranti un viaggio sicuro verso l’Europa direttamente dalle aree di crisi o dai paesi di transito. Gli impegni assunti in tema di reinsediamento nel quadro dell’Agenda europea sulla Migrazione e dell’accordo UE-Turchia rimangono in gran parte inadeguati. Gli accordi prevedono il reinsediamento, dall’esterno dell’UE agli Stati Membri della UE, di oltre 22.000 persone che hanno diritto alla protezione internazionale. Tuttavia, dall’avvio del programma di reinsediamento nel 2015, solo 8.268 sono state finora reinsediate e soltanto 802 rifugiati siriani sono stati reinsediati dalla Turchia in seguito all’accordo UE-Turchia.
Save the Children chiede quindi alle istituzioni della UE e agli Stati Membri di mettere in atto meccanismi di responsabilità condivisa che assicurino che tutti gli Stati Membri partecipino ai programmi di reinsediamento. In particolare, l’Organizzazione chiede alla UE di impegnarsi a reinsediare almeno il 10% dei rifugiati siriani entro la fine del 2016.
Tra le altre vie legali e sicure che permetterebbero ai migranti di raggiungere l’Europa senza porre a rischio la propria vita, l’Organizzazione individua i visti umanitari, che le ambasciate potrebbero concedere soprattutto ai gruppi più vulnerabili, come famiglie con bambini, e il meccanismo dell’ammissione umanitaria, che garantirebbe la protezione agli sfollati interni che, non potendo godere dello status di rifugiato, non possono inoltrare richiesta di reinsediamento.
Save the Children chiede inoltre all’Europa di implementare una politica sui rimpatri, forzati o volontari, che sia efficace e condivisa e che soprattutto protegga i più piccoli dal rischio di ritornare in paesi per loro poco sicuri, come Afghanistan, Iraq e Somalia, dove potrebbero essere respinti dalle proprie comunità o reclutati all’interno di gruppi armati. Tali politiche dovrebbero sempre salvaguardare il superiore interesse dei minori e la loro sicurezza.
Per quanto riguarda il sistema di accoglienza dei migranti, Save the Children ritiene che troppo spesso le procedure di accoglienza dei migranti in Europa calpestino il superiore interesse dei bambini. In particolare, l’Organizzazione chiede agli Stati Membri e all’UE di porre immediatamente fine alla detenzione dei minori nei centri di detenzione, come quelli attualmente presenti in Grecia, offrendo loro opportunità di accoglienza in strutture alternative sicure e adeguate; di consentire l’accesso nei cosiddetti hotspot a ONG e attori impegnati nella protezione dei diritti dei bambini; di migliorare le procedure di identificazione e registrazione dei minori non accompagnati; di fornire a questi ultimi supporto legale e informazioni dettagliate sui propri diritti e sulle procedure per richiedere asilo.
Infine, una Agenda europea sulla migrazione incentrata sulla tutela dei diritti dei bambini dovrebbe prevedere sforzi concreti, da parte della UE e degli Stati Membri, nell’affrontare le cause primarie della crisi migratoria, a partire dall’impegno per portare a termine il conflitto in Siria.
Save the Children chiede agli Stati membri e alle istituzioni dell’UE di stabilire rapporti di cooperazione internazionale con i paesi terzi che salvaguardino i diritti dei migranti, in particolare dei bambini. Gli aiuti allo sviluppo devono infatti andare a beneficio delle popolazioni che ne hanno bisogno e non dovrebbero essere utilizzati come uno strumento di negoziazione per il controllo dei flussi migratori. Del resto, l’ accordo UE-Turchia dello scorso marzo non ha fatto che aggravare ulteriormente le condizioni di vita dei migranti in Grecia, che continuano a vivere nel terrore di essere rispediti in Turchia, mentre il Migration Compact approvato a giugno dalla Commissione Europea rischia di segnare irrimediabilmente il passaggio a una politica estera europea preoccupata soprattutto dal frenare l’immigrazione verso i propri confini, a discapito dei diritti umani e dei valori fondativi della stessa Europa.
Save the Children fa inoltre appello al parlamento italiano per una rapida approvazione del ddl C.1658, attualmente fermo alla commissione affari costituzionali della Camera, al fine di dotare l’Italia di un sistema nazionale organico di accoglienza e protezione per i minori stranieri non accompagnati.