L’Italia è tra i paesi leader a livello mondiale per numero di strutture protette da sistemi antisismici – quinta in classifica dopo paesi molto più popolosi come Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti – e prima in Europa per l’applicazione dell’isolamento e della dissipazione di energia a edifici, ponti e viadotti. Nel mondo, inoltre, siamo primi in assoluto per dispositivi ‘antiterremoto’ a tutela del patrimonio culturale. Tuttavia, per quanto riguarda la sicurezza del parco edilizio nazionale rispetto al rischio-terremoti, restano molte criticità: infatti, “oltre il 70% dell’edificato attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici”.
A evidenziare tutti questi aspetti è lo Speciale “100 anni di Ingegneria Sismica”, pubblicato sulla Rivista “Energia, Ambiente e Innovazione” dell’ENEA nel centenario del terremoto di Avezzano che provocò 30mila vittime e la distruzione di una ventina di centri abitati.
“La maggior parte delle nostre costruzioni ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, facilitando l’uso di sistemi e materiali scadenti”, spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca ENEA che ha curato lo Speciale. “Inoltre, interventi architettonici e/o strutturali impropri, hanno spesso accelerato gli effetti legati alla vetustà ed al degrado, acuiti da una manutenzione carente, se non del tutto assente”.
L’altra faccia della medaglia è che nel nostro Paese vi sono oltre 400 edifici dotati di dispositivi antisismici e che vengono tutelate opere d’arte importanti come i bronzi di Riace, protetti da basamenti ‘antiterremoto’ ENEA che, insieme al Politecnico di Torino, ha anche brevettato un sistema antisismico per gli edifici monumentali. Il nostro Paese è anche leader europeo per l’applicazione dell’isolamento e della dissipazione di energia a edifici, ponti e viadotti ed ha consolidato questo ruolo soprattutto dopo il terremoto in Abruzzo del 2009: solo all’Aquila i nuovi edifici isolati con sistemi salva-vita sono oltre un centinaio, sia di nuova costruzione che riguardanti retrofit di edifici esistenti.
Ma come proteggere edifici e infrastrutture dal rischio terremoti? Ad oggi le strade sono essenzialmente tre: rendere la struttura sufficientemente robusta, affinché possa resistere al massimo terremoto atteso nella zona in cui sorge; applicare dispositivi di isolamento sismico che riducono drasticamente le azioni sismiche trasmesse dal terreno alla struttura; un mix delle due tecniche.
A livello mondiale, nel 2013 erano oltre 23mila le strutture dotate di sistemi antisismici in oltre 30 paesi. Il Giappone resta primo per numero complessivo (a metà del 2011 gli edifici isolati erano circa 6.600 e quelli protetti da sistemi dissipativi circa 3.000), ma già nel 2013 la Cina si stava avvicinando, seguita da Russia, Stati Uniti e Italia.