In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti e mentre l’Europa discute dell’agenda migrazione, Save the Children, lancia l’allarme sui gli effetti gravi che le proposte della UE possono avere su chi ha necessità di protezione ed in particolare sui bambini.
L’Organizzazione, che è attiva lungo tutto il percorso dei migranti che approdano in l’Europa, è gravemente preoccupata rispetto alle recenti posizioni sull’inasprimento dei controlli ai confini, con l’invito ad utilizzare la forza per ottenere le impronte digitali e l’intenzione di prolungare la detenzione fino a 18 mesi per le verifiche di sicurezza.
“Questo tipo di retorica non aiuta, è divisiva e ha conseguenze negative per chi raggiunge l’Europa in cerca di protezione internazionale,” ha dichiarato con forza Goran Bilic, Responsabile per Save the Children sulla crisi migrazione in Europa.
“In questo modo si compromettono gli sforzi comuni che sono fondamentali per aiutare le persone in pericolo e non si scoraggia certo chi è costretto a cercare di raggiungere l’Europa perché, nella maggior parte dei casi, sta fuggendo da conflitti, violenze, gravi pericoli per la sopravvivenza o dittature.”
Vista l’inadeguatezza delle strutture di accoglienza lungo il percorso dei migranti sul territorio europeo, con l’impossibilità di rispondere alle necessità minime di riparo, cibo e assistenza sanitaria, la situazione, in particolare per i bambini, non può che peggiorare ogni giorno di più con l’arrivo dell’inverno. Proprio i bambini sono i più vulnerabili ed esposti, mentre cercano di attraversare l’Europa, al rischio di abusi, sfruttamento, violenza e tratta, soprattutto se sono soli come accade in molti casi.
L’Europa deve lavorare insieme per affrontare questa crisi,” aggiunge Bilic. “Chiediamo agli Stati europei di occuparsi con priorità dei bisogni umanitari immediati e concreti, specialmente quelli dei bambini, e su misure che possano garantire loro, nel lungo termine, assistenza e protezione.”
“Secondo le nostre stime, dal 1 gennaio al 16 dicembre 2015 sono arrivati via mare in Italia 15.670 bambini dei quali circa 11.560 non accompagnati, costretti alla fuga spesso attraverso viaggi terribili da conflitti, violenze, fame o dittature feroci. I gruppi più numerosi tra i minori soli arrivati, che nella maggioranza hanno dai 14 ai 17 anni ma anche 9, 10, 11 o 12 anni, rappresentano un assoluto bisogno di protezione adeguata per evitare il rischio reale di violenze, tratta o sfruttamento nel nostro paese o lungo il percorso in Europa,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti.
Tra i minori soli arrivati nel 2015, il gruppo più numeroso è infatti quello degli Eritrei (2.955), che vogliono raggiungere i paesi del nord Europa e, appena giunti sulle nostre coste, si rimettono nuovamente in mano ai trafficanti, muovendosi da soli lungo il nostro paese e poi attraverso le frontiere, come accade anche per i minori somali (1.083). Ma i rischi gravi di violenze, sfruttamento e tratta riguardano anche i minori che rimangono nel nostro paese come gli egiziani (1.709), che raggiungono in gran parte da soli Roma o Milano e vengono spesso coinvolti, a causa dei debiti di viaggio da saldare con i trafficanti per evitare ritorsioni sulle famiglie di origine, nello sfruttamento lavorativo, sessuale o in attività legali. Una realtà che riguarda anche il gruppo dei minori nigeriani, più che raddoppiato quest’anno (924 contro i 451 del 2014), all’interno del quale Save the Children ha rilevato una presenza sempre maggiore di ragazze coinvolte nella tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
“Come abbiamo evidenziato quest’anno nel nostro rapporto Piccoli Schiavi Invisibili, il fenomeno della tratta di minori nigeriane ai fini dello sfruttamento sessuale in Italia è purtroppo in aumento, e ha utilizzato in modo crescente, a differenza del passato, il percorso organizzato dai trafficanti attraverso la Libia e poi via mare,” sottolinea Raffaela Milano. “L’Italia si deve innanzitutto dotare di un sistema integrato ed efficiente per l’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati. Per questo chiediamo con forza l’immediata approvazione del disegno di legge che a questo scopo è stato fortemente voluto da Save the Children e depositato nell’ottobre 2013, e, a distanza di due anni, giace purtroppo ancora presso la commissione Affari Costituzionali della Camera.”
In occasione del Consiglio Europeo riunito oggi a Bruxelles, Save the Children chiede agli stati europei in particolare di:
Dare immediatamente priorità ai bisogni umanitari dei bambini e delle loro famiglie: questo comprende il diritto di richiesta della protezione internazionale, secondo le leggi relative ai diritti umani, e la disponibilità di un’assistenza adeguata per il riparo, il cibo e l’aiuto sanitario.
Evitare la criminalizzazione o la detenzione dei bambini a causa dello status di migranti dei loro genitori, con la garanzia che il loro superiore interesse venga sempre tutelato rispetto al rimpatrio o alla deportazione. Il loro superiore interesse deve essere sempre rispettato anche nel tracciamento e nella riunificazione familiare, e nella loro reintegrazione nei paesi di origine con criteri di salvaguardia in linea con gli standard internazionali;
Accelerare il ricollocamento dei rifugiati dalla Grecia e dall’Italia agli altri paesi europei, stabilendo meccanismi specifici di protezione per i bambini, in linea con i principi di protezione dei minori;
Offrire più canali di arrivo sicuro e legale in Europa: rinforzare ed espandere i programmi di re-insediamento, sostenere i programmi di ammissione umanitaria, compresi i visti umanitari, una maggiore facilitazione delle riunificazioni familiari, programmi di sponsorship privata e programmi di borse di studio per gli studenti;
Sviluppare un approccio integrato ed una strategia specifica per la protezione dei minori migranti: questo comprende la garanzia che ogni ragazzo o ragazza che cerca asilo abbia il diritto ad una valutazione del “suo migliore interesse” ed uno screening di necessità di protezione specifiche, incluso il monitoraggio degli standard minimi di riferimento e la definizione di linee guida per la formazione del personale coinvolto che tengano conto della specificità dei bambini;
Contrastare le cause all’origine nelle aree di crisi: Save the Children chiede ai leader mondiali che venga data priorità alla risoluzione del conflitto e delle violenze in Siria. I leader devono intensificare la cooperazione e le risposte nei e con i paesi dell’Africa sub sahariana e del Medio Oriente, per contrastare le cause all’origine che spingono le persone alla fuga, aumentando massicciamente i finanziamenti per gli aiuti umanitari nelle zone di crisi.
Alcuni dati:
Secondo le stime di Save the Children, dal 1 gennaio al 16 dicembre 2015 sono arrivati in Italia via mare circa 149.900 migranti, tra cui circa 21.000 donne e almeno 15.670 bambini dei quali circa 11.560 non accompagnati. Anche nei primi 16 giorni del mese di dicembre si conferma una presenza di minori pari al 10% del totale degli arrivi, con 515 minori su un totale di 5.700, 405 i minori non accompagnati.
Prendendo in considerazione il periodo 1gennaio-30 novembre[1], il numero di minori arrivati nel 2015 risulta di molto inferiore all’anno precedente, 15.155 contro i 24.996 del 2014, una riduzione che non riguarda però i minori non accompagnati, che erano infatti 12.670 nel 2014 e hanno raggiunto gli 11.154 nello stesso periodo del 2015.
Per quanto riguarda i paesi di origine dei minori soli giunti, in maggioranza maschi di un’età compresa in gran parte tra i 14 e i 17 anni, ma con rilevanti presenze di 11, 12 e 13 anni o anche di 9-10, i gruppi più numerosi si confermano essere quello degli eritrei (2.995 nel 2015, 3394 nel 2014), degli egiziani (1.709 nel 2015 e 2.007 nel 2014) e dei somali (1.083 nel 2015 e 1.380 nel 2014), mentre il gruppo dei minori nigeriani è quasi raddoppiato passando da 451 nel 2014 a 924 quest’anno.