Pur essendo presenti quasi in tutte le salse la parola sud e la parola mezzogiorno, quando il sud diventa attore e non oggetto di una discussione che lo riguarda, allora ai Governi, di qualsiasi colore, viene l’orticaria e si ricomincia con la litania che il sud debba essere “oggetto di politiche”.
Il problema è che, da qualche mese, il sud con la maggior parte dei suoi Governatori di regione, eccezion fatta per De Luca e Crocetta che preferiscono altre strade, è diventato “attore” e vuole essere parte attiva delle decisioni che lo riguardano. Si guardi al coordinamento delle regioni sulla questione trivelle e su altri argomenti che man mano diventano oggetto di discussione politica.
Al Governo Renzi questa cosa piace poco, tanto è vero che le pressioni per far saltare le riunioni tra governatori sono state e sono tante e le frizioni, in particolar modo con Michele Emiliano, Governatore della Puglia, sono più che sotto traccia. Ma anche Pittella, all’ennesimo annuncio di autorizzazione data alle trivelle nonostante il Consiglio Regionale si sia espresso a favore del referendum contro le trivelle, ha deciso di fare ricorso al TAR contro la decisione del Governo.
Insomma è “guerra” a un sud che, a differenza di stereotipi e anche di effettivi attegiamenti del passato, oggi si muove e propone una sua visione di sviluppo.
Siamo restati al caldo agosto e ai “piagnistei” denunciati da Renzi, ai quali il premier avrebbe risposto a Settembre con la presentazione di un piano per il sud, questo piano non c’è e non c’è traccia di sud neanche nella legge di stabilità che propone stancamente 3 punti per il sud: il sostegno all’ILVA (nelle slide non si è capito se per il risanamento, per la produzione o per tutte e due le cose), il completamento della Salerno-Regio Calabria, ritornello ripetuto da tutti i governi da 40 anni a questa parte, e 450 milioni per la terra dei fuochi, anche se pare siano destinati allo smaltimento (in inceneritore) delle famose ecoballe e per la precisione 150 milioni all’anno. E’ chiaro che questo non è nè un masterplan e nè un “plan”. E’ ancora una volta un mettere dentro due o tre voci tanto per gradire.
Eppure il Sud potrebbe far ripartire il Paese se fosse protagonista in sinergia con i Governi di una nuova stagione. Ci sarebbe da sfruttare questo protagonismo di Governatori e Sindaci di Città Metropolitane, ad esempio de Magistris, che hanno dato prova non solo di gestire i territori, ma di farsi latori di proposte concrete.
Eppure i Governi ne verrebbero fuori rafforzati. Invece ecco che si tende a buttare la coperta sul fuoco per soffocarlo. Ancora una volta si rischia di perdere uno dei tanti treni che potrebbero far ripartire il Paese e farlo iventare veramente locomotiva d’Europa e del Mediterraneo. Intanto sabato 24 a Napoli c’è il Congresso Nazionale di una piccola, ma agguerrita formazione politica meridionalista, il Partito del Sud, all’hotel Alabardieri. Gli ospiti sono di rilievo, tra questi citiamo il Sindaco di Napoli de Magistris, uscito vittorioso dalle varie vicende giudiziarie, e Michele Emiliano Governatore della Puglia sostenitore e promotore della collaborazione tra regioni. Chissà che non ne esca qualcosa di buono.