Torna dal 14 al 16 ottobre Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle tematiche dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti, che – giunta alla quarta edizione – diventa Citizen Data Festival e si concentra sulla materia prima dell’innovazione: l’informazione.
Per tre giorni politici, imprenditori e cittadinanza attiva si danno appuntamento alla Fiera di Bologna per ragionare insieme sulla data revolution in corso: i dati sono tanti, sono ovunque e costituiscono un incredibile patrimonio per chi li saprà utilizzare al meglio.
“Parlare di dati oggi significa parlare di trasparenza delle amministrazioni, politiche consapevoli, nuove opportunità di business, servizi efficienti e a misura di cittadino. I dati, insomma, sono la vera ricchezza a disposizione di governi, territori, imprese, associazioni di cittadini attivi – sottolinea Gianni Dominici, Direttore generale di FORUM PA, l’azienda che da quattro anni organizza Smart City Exhibition assieme a BolognaFiere – Quello che ancora manca e su cui bisogna lavorare è la consapevolezza su cosa si può davvero fare con i dati e le competenze per gestirli al meglio. Il Citizen Data Festival sarà l’occasione per svilupparle entrambe.”
A Bologna i dati saranno protagonisti in tutte le loro forme. Negli oltre 50 eventi – tra convegni, workshop e laboratori – si affronteranno i diversi volti e le tante tematiche che ruotano intorno al tema dei dati e alla relazione tra questi e le città. Tra gli appuntamenti più significativi il convegno di apertura sul Data Driven Decision per capire come dall’esatta conoscenza di quello che avviene nel territorio si possa passare a decisioni di buon governo; l’incontro sugli Open Data Government e il primo meeting nazionale degli Assessori all’Innovazione; la riflessione sui dati generati dall’Internet of Things ovvero dai sensori distribuiti in qualsiasi dispositivo (dagli edifici ai semafori, fino al telefonino che abbiamo nelle tasche).
Si discuterà anche di Sentiment Analysis e dei dati che scaturiscono dalle interazioni sui Social Media: informazioni, aggiornate ogni secondo in tutto il mondo, che possono essere elaborate e utilizzate per modelli predittivi o per capire i gusti e le opinioni del pubblico. Ancora, si studieranno i dati provenienti dai sistemi di Citizen Relationship Management, fondamentali per comprendere bisogni e comportamenti dei cittadini e i Census Data utilizzati per la ricerca, la pianificazione delle policy e il business marketing.
Il dibattito toccherà anche i temi delle nuove competenze e i nuovi mestieri generati dai dati, in primis il Data Scientist, definito dall’Economist “il lavoro più interessante del XXI secolo”; ancora, si parlerà di protezione dei dati personali e di utilizzo dei dati per la sicurezza dei territori e dell’ambiente.
Ai momenti di dibattito collettivo si affiancheranno workshop dedicati a tematiche specifiche in cui imparare ‘a fare’, mostre di prototipi e soluzioni tecnologiche, la Data Academy con un programma di formazione sugli open data e il loro riuso, gallery di soluzioni e prodotti: dalle app più innovative ai sensori sempre più piccoli e performanti.
Il salone propone un percorso che va dall’informazione alla conoscenza, dalla conoscenza alle decisioni, dalle decisioni all’execution: per gli amministratori che vorrebbero usare i dati nella programmazione di politiche più efficaci e offrire servizi più efficienti; per gli esperti che studiano, analizzano, offrono letture e visioni; per le aziende che realizzano soluzioni per gestire e riutilizzare i dati; per la cittadinanza attiva che chiede trasparenza e partecipazione.
I dati, infatti, possono darci davvero informazioni oggettive su come viene amministrata una città, sulla qualità della vita che offre, su quanti e quali servizi mette a disposizione in cambio delle tasse pagate dai cittadini. Qualche esempio? Ogni cittadino italiano paga in media 500 euro di tributi alle casse del proprio comune, ma se a Roma tocca il picco con oltre 780 euro pro capite l’anno, i palermitani sborsano meno di 230 euro. È Bergamo il capoluogo in grado di rispondere meglio alla domanda di servizi dei cittadini, ma la città che spende di più in assoluto per erogare i propri servizi è Brindisi. Milano è la città che può vantare la migliore offerta di trasporto pubblico locale, mentre la migliore offerta di asili nido spetta a Bologna.
“Viviamo in un mondo di Petabyte – aggiunge Dominici – ma la PA, i nostri governanti sono pronti a trasformare queste informazioni in buon governo? Le potenzialità sono enormi: si va dall’analisi dei bisogni, e quindi dalla previsione della domanda, ad una maggiore razionalizzazione della spesa pubblica, ad un miglioramento delle performance pubbliche. Ma la tecnologia da sola non basta. È necessario un forte cambio culturale, sia a livello amministrativo sia politico”.
Oltre ai dati, al centro della tre giorni bolognese, come sempre sarà la città smart nelle sue varie declinazioni. Molto attesa la presenza di Robert Putnam, docente di Politiche pubbliche della Harvard University, di ritorno a Bologna oltre 20 anni dopo la pubblicazione del suo celebre testo Making Democracy Work, che discuterà di come si è evoluto il capitale sociale in questi anni e come la smart city possa diventare l’humus fertile per la sharing economy, verso una città realmente condivisa e collaborativa. Anche per questa edizione sarà presentato iCityRate, il Rapporto annuale che traccia la classifica aggiornata dei capoluoghi di provincia smart.