Roma – Dopo i forti rallentamenti registrati nell’ultimo triennio, si prevede che nel 2015 l’economia indiana torni a crescere a ritmi sostenuti, superiori al 6%. Ciò sarebbe dovuto in larga parte al rilancio dei grandi progetti destinati alla costruzione di infrastrutture urbane, nonché alla ripresa delle riforme strutturali che dovrebbero contribuire a creare le condizioni ottimali per il pieno sviluppo del potenziale di crescita del Paese. Tra i comparti industriali locali, le performance migliori si attendono nel settore chimico-farmaceutico, quello della carta, l’agro-alimentare e i servizi. E’ quanto evidenzia il “Rapporto Paese: India” pubblicato da Atradius, Gruppo tra i leader mondiali nell’assicurazione del credito, cauzioni e recupero crediti a livello internazionale.
Secondo gli analisti di Atradius, la significativa ripresa dell’economia indiana si fonderebbe soprattutto sulla forte ascesa della classe media, che darebbe un concreto impulso alla domanda interna di beni di consumo (sostenendo la crescita dell’import che nel 2015 è prevista di oltre l’8%). Ciò offrirebbe alle aziende interessate a operare con l’India importanti opportunità d’investimento ed espansione commerciale. In tale contesto, spazi significativi si aprono anche per l’export italiano, che presenta un elevato potenziale di crescita sul mercato indiano (l’import complessivo dell’India proveniente dall’Italia non arriva attualmente all’1%, le voci principali sono macchinari e apparecchi che rappresentano circa il 40% del totale export Italia verso l’India).
Sebbene operare su mercati internazionali significhi avere prospettive di sviluppo commerciale, ciò vuol dire anche rischiare di non incassare i crediti. In riferimento all’India, Atradius, nel suo “Barometro sui comportamenti di pagamento tra imprese a livello internazionale” ha evidenziato che il 55% delle imprese intervistate nel Paese ha registrato ritardi di pagamento da parte dei clienti sul mercato domestico a causa di carenze di liquidità. Per oltre 2 intervistati su 5, in particolare, i clienti sul mercato domestico ritardano i pagamenti come forma di finanziamento. Ecco perché più di un terzo degli intervistati ha affermato che mantenere livelli di cassa adeguati al proprio fabbisogno, in particolare a causa delle difficoltà ad incassare i crediti insoluti, è stata la principale sfida da affrontare lo scorso anno. Il che impone agli operatori internazionali interessati ad operare su mercati ad alto potenziale, come quello indiano, la necessità di gestire in modo strategico il rischio di credito commerciale e politico.
“La prevista crescita delle importazioni in India beneficerà anche le imprese italiane, e buone opportunità sono previste anche per le PMI” afferma Massimo Mancini, Country Manager di Atradius per l’Italia, secondo cui “il sempre più diffuso ricorso a strumenti di copertura dei crediti commerciali sta convincendo molte piccole e medie aziende, anche quelle finora più timorose di subire forti ritardi nei pagamenti, ad affrontare con più sicurezza le sfide nei mercati dell’India e dei Paesi asiatici”.