Caro consigliere,
ho letto una Sua sconcertante dichiarazione del 9 luglio nella quale, con malcelata soddisfazione, si rallegra della chiusura del punto di primo intervento dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore, addirittura attribuendosene – in un punto del comunicato – la paternità.
I cittadini di Torremaggiore – tutti, da destra a sinistra, compresi i Suoi elettori – hanno accolto con sdegno la decisione alla quale Lei ha contribuito. Pur comprendendo le difficoltà di organizzazione del lavoro nella struttura ospedaliera di San Severo, la Sua Città, che lei pare volersi coltivare politicamente tanto da dimenticarsi di essere un consigliere regionale per assumere le vesti di consigliere comunale “in pectore”, Le voglio ricordare che non si costruisce sulle macerie altrui.
Caro consigliere Damone, Lei è sempre stato accolto a braccia aperte in questa Città, alla quale – non dimentichi – deve anche un pezzetto di quella poltrona su cui siede. E alla quale dovrebbe, quanto meno, il rispetto che un rappresentante del Popolo deve al suo Popolo. Con quella dichiarazione, Lei non ha mostrato alcun rispetto, non per il Sindaco, o per la classe politica di questa Città, ma per i suoi cittadini.
Ci attendiamo, a questo punto, non una rettifica, che sarebbe tardiva e speciosa, ma un fattivo impegno per contribuire al salvataggio della struttura torremaggiorese. Le assicuriamo che sarà ben accolto nel comitato contro il trasferimento del personale medico del punto di primo intervento da Torremaggiore a San Severo. Un suo diniego, naturalmente, sarà interpretato come un ulteriore schiaffo a una Città che Le ha dato molto e a cui Lei sta dando evidentemente molto poco.
Vincenzo Ciancio