Rispetto al vento in poppa dell’ultimo trimestre 2006 (+ 1,1%) l’andamento del Pil italiano nel 2007 risente del giro di boa di fine anno e del percorso di bolina affrontato con l’inizio del nuovo ciclo. In ogni caso, l’incremento registrato dall’Istat nel primo trimestre 2007 è dello 0,3% (superiore allo 0,2% preventivato circa un mese fa) e pone le basi di un sicuro +1,4% su base annua, se il livello del Pil restasse fermo e ancorato ai valori indicati nel periodo iniziale. Premessa favorevole al dato tendenziale di un +2,3% a fine anno.
Il dato confortante è che la spinta alla crescita del prodotto interno lordo è stata data da un timido risveglio della domanda interna. Che in parte ha bilanciato la battuta d’arresto della produzione industriale. La crescita, comunque, non ne risulta compromessa, dato che la congiuntura internazionale, soprattutto in Europa, conferma il profilo al rialzo a ritmi dello 0,6% nel primo trimestre e del 3% quale proiezione di tendenza sull’anno.
Vanno bene agricoltura, costruzioni e finanziario. Nessun fremito per i servizi e frenata per l’industria. Rallenta, nel primo trimestre, anche la crescita degli stipendi, ma al dato mancano i rinnovi contrattuali in ritardo di accordo. Il sostegno alla crescita, inoltre, è assicurato anche dalla ripresa internazionale, trascinata da Cina, India e Giappone. Mentre restano un po’ defilati gli Stati Uniti.
Il governo tira un altro sospiro di sollievo e, al di là della polemica con l’Ocse sulle pensioni, tesa più a non urtare la suscettibilità dei sindacati, che a rompere l’idillio celebrato solo qualche giorno fa a Roma con l’organismo internazionale, si appresta ad avviare il negoziato più difficile e più delicato con altra fascina in magazzino. La speranza che i dati favorevoli possano aiutare ad affrontare i problemi più spinosi, certo non scioglie i numerosi nodi formatisi, ma rasserena gli animi e rafforza lo spirito contrattuale.
di Antonio V. Gelormini