Nella terza giornata di Smau prosegue il fitto calendario di eventi e premi accendendo il dibattito sul paradigma del riuso come chiave per operare un coinvolgimento attivo delle imprese Piccole e Medie e le Pubbliche Amministrazioni Locali. L’evento è anche l’occasione per affrontare le tematiche della Semplificazione e del Riordino Territoriale. Sullo sfondo un cambiamento culturale necessario per un nuovo assetto, sostenibile anche dal punto di vista economico, che veda i comuni protagonisti attivi nell’erogazione di servizi tradizionali ed innovativi.
“Gli enti locali, i Comuni in particolare, sono i primi protagonisti del cambiamento e i principali referenti per le imprese del territorio – ha detto nell’interveno introduttivo Pierantonio Macola, Amministratore Delegato Smau – La condivisione di esperienze, successi ed errori, e il paradigma del riuso delle buone bratiche sono la strada maestra da prendere senza esitazioni per migliorare l’efficienza delle amminstrazioni e del sistema Paese e per accelerare e ridurre i costi dei processi di innovazione”.
“L’Italia ha un disperato bisogno di infrastrutture e deve puntare su due elementi cruciali per ammodernare la Pubblica Amministrazione: il riuso e la gestione associata dell’ICT – ha chiarito Giuliano Noci, Responsabile Scientifico Osservatorio eGovernment School of Management del Politecnico di Milano – Il nostro Osservatorio fa analisi e cerca di strutturare una filiera, avvia tavoli di lavoro con enti locali, sistema delle imprese e istituti bancari per quanto attiene ai servizi di pagamenti. Mettiamo a sistema le analisi condotte per creare una banca dati di riferimento che aiuti amministrazioni a orientarsi sulle opportunità. Il nostro approccio parte dall’e-government, dalla strategicità delle tecnologie digitali e, di recente, fa leva anche sulla centralità dell’utenza, da tenere sempre più presente. Finora si sono investiti molti soldi e avviate molte iniziative. I risultati potevano essere migliori anche se non mancano esperienze di cui fare tesoro. In particolare soluzioni innovative nate dal basso ma che per sopravvivere devono diventare o sono diventate multi-ente, si sono estese cioè ad altre realtà. Ora dobbiamo sostenere questo processo, finora poco coordinato, creare una struttura sul modello di Wikipedia, che organizzi i progetti che nascono spontaneamente dal basso. Ciò per favorire il riuso (lo valorizza il 46% degli enti locali) che porta importanti vantaggi economici e più efficienza nei servizi a cittadini e imprese. A questo fine urge anche una gestione associata Ict, improrogabile nel contesto della terza rivoluzione industriale in corso. Dunque la sfida è questa. Le regioni devono fungere da cabina di regia per sviluppare linee guida standard per creare e sostenere i centri di servizi, pur nel rispetto delle autonomie locali. L’anno prossimo a Smau ci auguriamo di presentare casi di successo su questo fronte. Sarà importante favorire l’ingresso o almeno la partecipazione ai processi decisionali nelle pubbliche amministrazioni di figure che non abbiano solo competenze amministrative o legali, ma anche manageriali e nel campo dell’information technology. Team così composti in Italia ci sono ma sono ancora pochi”.
Di seguito, la Tavola Rotonda “Le gestioni associate: un’opportunità per il territorio” moderata da Federico Pedrocchi, giornalista di scienza Radio24 – Sole24ORE, ha posto al centro del dibattito due quesiti fondamentali: Come rendere possibile una gestione efficiente e diffusa del territorio con piattaforme ICT adeguate e quali sono le azioni intraprese e le opportunità esistenti in tema di eGovernement per lo sviluppo e la competitività delle imprese del territorio?
“Nella nostra regione ho trovato situazioni assurde – ha detto Riccardo Molinari, Assessore agli Enti locali della Regione Piemonte – In alcuni casi non c’è una legislazione regionale uniforme, ad esempio ogni Provincia prevede oneri diversi a carico delle imprese, così come difformi sono i software e gli strumenti in uso nelle amministrazioni. Ma abbiamo anche pratiche di riuso all’avanguardia, ad esempio in ambito sanitario. Ora ho avviato un lavoro di semplificazione che tiene conto delle direttive nazionali e europee. Dobbiamo arrivare a un modello anglosassone, in cui i cittadini accedono direttamente alle informazioni senza passare per le amministrazioni, che devono intervenire solo come un supporto. Occorre superare le resistenze territoriali e i piccoli centri di potere, se non sono una sana espressione di autonomia territoriale. Ho dato la libertà ai Comuni di unirsi secondo le proprie inclinazioni, ma anche imposto tempi certi, la fine dell’anno, entro cui, in caso di inerzia, subentrerà la decisione della Regione”.
“Ai Comuni vanno dati dei binari su cui devono muoversi – ha rilevato Roberto Ciambetti, Assessore al Bilancio e agli Enti locali della Regione Veneto – In Veneto questo processo si è avviato. Le amministrazioni hanno colto l’opportunità di seguire obiettivi Comuni in linea con la legge regionale di recepimento della l. 78 del 2010. Abbiamo costituito in regione un centro di competenze composto da tecnici, tra gli altri, di Regione e Anci, a disposizione dei Comuni, che risparmia loro spese inutili per consulenti esterni e ottimizza la spesa a livello regionale. I fondi comunitari Fesr, inoltre, ci daranno una mano ulteriore nella direzione del miglioramento della capacità di iniziativa, ossia di risposta delle amministrazioni attraverso la leva informatica, e dei processi decisionali locali”.
Successivamente Michele Benedetti, dell’Osservatorio e-Government School of Management del Politecnico di Milano passa alla premiazione dei 10 progetti più innovativi di applicazione del paradigma del: Comunità Montane Valli del Verbano con il Progetto GIT, Comune di Novara con il Progetto GIT, Comune di Monza con il Progetto GIT, Comune di Milano con il progetto GIT, Comune di Padova con il Progetto P@Doc, Provincia di Brescia con il Progetto Cruscotto delle Performance, Provincia di Como con il progetto SitiPA ProvComo, Regione Piemonte con tre progetti: Progetto MUDE, Progetto Acta – Archivio Protocollo Informatico e Progetto Dati Piemonte.