Un Primo Maggio all’insegna del lavoro sfruttato, nero, mal pagato, insicuro. E’ quel che è accaduto in numerosi magazzini ortofrutticoli in provincia di Foggia nel giorno dedicato alla festa dei lavoratori, così come denuncia il segretario generale della FLAI CGIL di Capitanata, Daniele Calamita.
“Quel che è peggio è che ad essere costrette a rinunciare al proprio giorno festivo, cedendo ad un ricatto occupazionale vergognoso, sono state soprattutto le donne, italiane e immigrate, che rappresentano la stragrande maggioranza della forza lavoro dei magazzini ortofrutticoli. Donne che già sono fortemente discriminate in quaste aziende, costrette a lavorare ben più dell’orario di lavoro previsto dal contratto e che quasi ovunque percepiscono salari inferiori a quelli degli uomini”.
La FLAI CGIL richiama l’attenzione delle istituzioni preposte al controllo e alla repressione di tali fenomeni, “che in questa provincia macchiano un settore trainante dell’economia di Capitanata qual è quello agroalimentare, che produce ricchezza e benessere per pochi imprenditori senza scrupoli sfruttando il lavoro di operai ed operaie qualificate alle quali sono negati riconoscimenti professionali e diritti contrattuali e previdenziali”.