La Puglia del vino: 113.760 ettari di superficie vitata, 6.518.000 ettolitri di prodotto, 25 aree di produzione di vini a denominazione per 828.000 ettolitri. E’ la carta d’identità enologica regionale, fonte Ismea, che fa bella mostra nella recentissima Garzantina dedicata ai vini nazionali. La più recente tra le piccole ma preziose enciclopedie monografiche di Casa Garzanti dedica infatti al “Vino” le sue 762 pagine (39,60 euro). A cura di una redazione guidata dal sommelier bocconiano Paolo Della Rosa, riassume tutto di tutto dei vitigni, della viticultura, dei 430 produttori e vini in Italia e nel mondo, in 2300 voci, 630 illustrazioni, 106 schede di approfondimento, 4 appendici, 74 termini di degustazione, 40 profili enologici nazionali e regionali. In più: come vinificare, conservare, degustare e servire il vino, la sua storia, gli indici geografici.
La Garzantina dell’oro rosso offre agli estimatori ed agli operatori del settore un supporto conoscitivo integrale del mondo enologico, visto da ogni prospettiva. Tutte le voci in cantina, i vocaboli in uso nel settore, dai tini e barrique alle proprietà chimiche ed ai metodi di fermentazione e spumantizzazione. Ma il vino è anche degustazione, naturalmente, oltre che cultura, nel bicchiere si fondono la fisicità della terra e la sacralità del mito, si riflettono gli eventi storici, si rivelano le modificazioni del costume.
In Puglia si vinifica da prima della colonizzazione greca, VIII secolo a.C., col massimo risultato a fine Ottocento, quando i vigneti europei furono aggrediti dalla filossera. Il parassita risparmiò le viti pugliesi e si vide in breve triplicare la produzione. Nel breve esame della tradizione enologica pugliese, la Garzantina non manca di denunciare la scelta di commercializzare i forti prodotti pugliesi, di altra gradazione e intensità cromatica, come vini da taglio che hanno fatto la fortuna di prodotti più deboli ma famosi, nelle zone settentrionali, Francia in testa. Questo ha fatto puntare a lungo sulla quantità, a scapito della qualità, ma negli ultimi decenni – osservano i curatori – è stato avviato un programma di valorizzazione dei vitigni locali (uva di Troia, primitivo e negramaro su tutti, il 60% sono rossi) per realizzare finalmente vini di pregio. La Puglia produce in media 6,5 milioni di ettolitri ogni anno, più di Toscana e Piemonte insieme.