Pannelli fotovoltaici a fine vita: Ecolight ha ottenuto la certificazione per lo smaltimento. Il Gestore Servizi Energetici GSE, nel suo primo elenco, ha inserito il consorzio Ecolight tra i sistemi collettivi che rispondono a tutti requisiti per il corretto trattamento e recupero dei moduli a fine vita. «Una certificazione importante che riconosce il lavoro svolto dal consorzio in cinque anni di gestione di rifiuti elettronici -RAEE-, pile e accumulatori», premette Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight. «Prima ancora dell’entrata in vigore dell’obbligo per i produttori di moduli fotovoltaici di assicurare un corretto smaltimento di questi una volta giunti a fine vita con l’adesione ad un sistema collettivo certificato, Ecolight ha attivato una propria filiera per la raccolta e il trattamento di questi rifiuti, garantendo elevate percentuali di recupero delle componenti». Dai moduli è infatti possibile ottenere vetro e metalli. «Alcuni modelli contengono delle sostanze inquinanti che nei processi di trattamenti vengono isolate e smaltite correttamente», aggiunge Dezio.
L’aver identificato i soggetti accreditati per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici apre però una serie di questioni sul trattamento dei moduli a fine vita. Il mercato del fotovoltaico in Italia ha avuto un vero e proprio boom negli ultimi anni, grazie agli incentivi previsti dai cinque Conti energia. È possibile stimare che in Italia siano stati installati più di 65 milioni di moduli, per una potenza complessiva che si aggira intorno ai 17 Gigawatt. «Facendo una stima approssimativa, parliamo di circa 1,3 milioni di tonnellate di moduli che nei prossimi 15-25 anni si trasformeranno in rifiuti. Rifiuti da raccogliere e da smaltire correttamente», aggiunge Dezio.
Ad oggi però sono ancora diverse le questioni aperte. Da metà 2012, per poter accedere alle agevolazioni dei Conti energia, esiste l’obbligo per i produttori di pannelli fotovoltaici di iscriversi ad un consorzio come Ecolight che assicuri il corretto smaltimento dei moduli una volta rotti o non più funzionanti. «È un obbligo che interessa gli impianti installati grazie a una parte del quarto e di tutto il quinto Conto energia. Per gli impianti messi in esercizio prima e per quelli che saranno installati una volta esaurito il quinto Conto energia non ci sono certezze. A tutti gli effetti questi moduli a fine vita sono dei rifiuti, alcuni anche particolarmente inquinanti. L’ultima direttiva europea li classifica come RAEE, ovvero come rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, quindi indica la strada per un corretto smaltimento. La norma europea però non è stata ancora recepita in Italia; c’è tempo fino al febbraio del prossimo anno. Esiste quindi oggi un problema di chi li smaltirà, ma soprattutto di come questi rifiuti dovranno essere smaltiti. In gioco c’è l’ambiente».
Ecolight richiama a «fare chiarezza quanto prima». Non solamente per evitare che i moduli siano raccolti e smaltiti in modo non corretto, con grave danno per l’ambiente. «Ma anche perché questa fetta di green economy rappresenta un’importante occasione di sviluppo grazie alla creazione di impianti e di sistemi per la raccolta e lo smaltimento», dice il direttore di Ecolight. Difficile ipotizzare un’accelerazione dei tempi per l’adozione della direttiva europea. «Si potrebbe però adottarne una piccola parte – suggerisce Dezio – ampliare il campo dei RAEE ai moduli fotovoltaici a fine vita, così almeno da stabilire il campo normativo di riferimento per il corretto trattamento di questi rifiuti».