Riqualificare, rimodulare, rilanciare. Sono gli esercizi continuamente praticati in quella palestra esemplare del settore Turistico-Alberghiero, non solo nazionale, rappresentato dalla Costa Romagnola. Un polmone di ricettività con circa 200.000 posti letto, in poco più di tremila alberghi, alla base di un sistema di “ospitalità innata” fatto certamente di servizi, ma soprattutto di persone che hanno scelto di mettere a disposizione le proprie competenze e la propria creatività.
 
Oltre cento chilometri di spiagge dorate ed attrezzate da Cattolica ai lidi ravennati, lungo le quali spiccano le frequentatissime mete di Rimini e Riccione. Punte di un’offerta turistica generale di qualità, nonché modelli di proposta sostenibile all’insegna dell’accessibilità e della più globale e moderna promessa di leisure. Elementi di eccellenza, che fanno della Riviera Romagnola una delle Capitali del Turismo europeo.
 
Qui più che altrove, la necessità di trovare e proporre sempre nuovi stimoli, per rendere meno stagionali e più lunghe le permanenze di turisti, visitatori, frequentatori e clienti affezionati, oltre ad essere vitale per l’economia locale e regionale, ha contribuito a sviluppare nel tempo specifiche professionalità e spiccata attitudine all’innovazione. Catalizzatori straordinari che, inseriti in una realtà naturalmente votata alla cooperazione ed alla solidarietà, hanno accelerato un processo virtuoso di crescita che non ha eguali sul palcoscenico turistico italiano.
 
E’ in questo contesto che la lungimiranza programmatica e professionale di operatori del settore da sempre all’avanguardia, combinata all’esigenza di trovare nuove declinazioni alla balneazione, e facendo “di necessità virtù”, ha individuato nello sviluppo dei servizi congressuali, dei meeting e degli eventi, la prospettiva di una nuova frontiera. Che assicurasse stagionalità decisamente più lunghe ed orizzonti, non solo turistici, certamente più larghi ed economicamente più interessanti.
 
Una sorta di processo darwiniano, che attorno ai poli congressuali di Rimini e di Riccione, finita l’estate, scompone e ricompone un sistema ricettivo caleidoscopico, che fa della flessibilità, della qualità essenziale e del servizio integrato le peculiarità della sua forza attrattiva e del suo successo perdurante. Pura versatilità che si fa sintesi polifunzionale in quei moderni Bionicle dell’architettura contemporanea rappresentati dai rispettivi Palazzi dei Congressi.
 
La rivisitazione a Riccione del celebre Beaubourg parigino ha dato vita nel cuore della città, a pochi passi dal famoso viale Ceccarini, ad una realtà di vetro ed acciaio dall’anima estremamente flessibile. Una struttura all’avanguardia capace di dare spazio a scenari differenti, modulabili da 5 a 10 sale congressuali disposte su due livelli e a un’esclusiva area catering con terrazza panoramica.
 
Esempio di moderna innovazione nella modularità degli spazi e nella loro necessaria polivalenza, fa propria – ad esempio – l’originale tecnologia Frau “HIDE SYSTEM”, con cui le poltrone della sala Concordia scompaiono sotto al pavimento, trasformando un ambiente che ospita 1393 posti a sedere in un’enorme e unica area espositiva di oltre 1800 metri quadrati.
 
Grandi spazi, verde ed innovazione architettonica anche a ridosso del centro di Rimini, per fare del nuovo Palacongressi e dell’adiacente Auditorium i pilastri visibili di un “foro della cultura e della comunicazione” che, all’insegna della complementarietà, della flessibilità e della contemporaneità, recupera fruibilità ciclabile e pedonale in pezzi sempre più larghi della città. Collegando in maniera più sostenibile la zona del Palacongressi (il Raggio verde) a quella del mare.
 
Un Palacongressi eco-friendly capace di adattarsi al passaggio di presenze, nella composizione massima di 42 sale, fino a 9300 partecipanti. Con una sala principale di ben 4700 unità. Che farà della conchiglia di vetro sospesa su sostegni d’acciaio, in pratica la grande sala da 1600 posti ad anfiteatro, il proprio elemento di riconoscibilità internazionale. E che intende testimoniare la possibilità concreta di innovative scelte architettoniche ed edilizie eco-sostenibili ed eco-compatibili. Nonché di una politica ambientale orientata al risparmio energetico più razionale.
 
Il tutto finalizzato all’ottimizzazione di un’offerta turistico-congressuale qualificata, secondo l’ammiccante filosofia della “Walking Distance”. L’unità di misura nella costruzione del prodotto, in grado di garantire prospettive più integrate ad un territorio, come quello della Costa Romagnola, ad alta densità di ricettività diffusa, organizzata e non frazionata.
 
Un modello di sistema che, nel gioco di sponda tra Rimini e Riccione, trasforma lo sciabordio del ciclo di flussi turistici stagionali, nell’onda lunga di una rinnovata declinazione del servizio alberghiero per grandi numeri. Facendo della Riviera dei Congressi una delle reti più attraenti, capace di trattenere più a lungo segmenti di ospitalità in costante crescita e in continuo movimento, sulle rotte spesso affollate del business in questo particolare ed interessante settore del turismo internazionale.
 
di Antonio V. Gelormini

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