«L\’intesa tra centrodestra e centrosinistra che sta portando all\’approvazione tardiva e frettolosa di norme in materia di sanità da parte del Consiglio regionale sa troppo di consociativismo e troppo poco di trasparenza». Lo dichiara la senatrice Adriana Poli Bortone, candidata alla presidenza della Regione Puglia.
«Non contesto la norma che prevede la stabilizzazione degli ottomila precari – spiega Poli Bortone – che poteva essere varata già da tempo: la approvazione notte tempo alla vigilia della chiusura dell\’attività dell\’aula sa tanto di benevola elargizione ai lavoratori laddove invece era mancato fin qui il riconoscimento di un loro diritto acquisito».
«La verità – aggiunge – è che la cronaca delle inchieste giudiziarie dell\’ultimo anno ha scoperchiato la pentola del malaffare e della malagestione in un settore la cui amministrazione andrebbe sottoposta a una accurata indagine politico-amministrativa, che riguardi non soltanto gli ultimi cinque, ma gli ultimi dieci anni, dal momento che molti dei nodi che oggi vengono al pettine riguardano la passata giunta regionale». «In questo senso – prosegue – sarebbe serio, da parte del governatore uscente e del capogruppo pdl, già assessore al bilancio, che riconoscano gli errori fatti, con la stessa sintonia che sta muovendo i rispettivi schieramenti in queste ore».
Nelle scorse settimane, la Commissione parlamentare di inchiesta sull\’efficacia e l\’efficienza del Servizio sanitario nazionale, di cui la senatrice Poli Bortone è componente, ha chiesto alla Regione di fornire dati su consulenze, residenze sanitarie assistite e accreditamenti: «Soltanto dopo aver minacciato l\’invio dei carabinieri del Nas – ricorda la presidente del movimento Io Sud – sono state fornite informazioni incomplete e parziali che non consentono di far luce sulla sanità pugliese e di restituire alla amministrazione di ingenti risorse pubbliche quella trasparenza, pur tanto sbandierata a parole».
«Spero che nelle prossime ore – conclude Poli Bortone – nessuno voglia spacciare qualche norma raffazzonata alla bene e meglio come riforma del settore: ben altro il presidente Vendola aveva proposto in campagna elettorale cinque anni fa e ben altro i cittadini pugliesi avrebbero meritato, a cominciare dalla netta divisione tra indirizzo politico e gestione della sanità».