Una situazione paradossale venutasi a creare in questi ultimi tempi è costituita dal fatto che, mentre banchieri e finanzieri hanno ricominciato a guadagnare copiosamente ed i titoli in borsa sono tornati a volare, l’economia reale arranca, la disoccupazione cresce e, nonostante l’incauto ottimismo del governo, i cittadini non vedono la fine della crisi, anzi temono che il peggio debba ancora venire.
La considerazione più amara è che i soldi che stanno ingrassando le banche di tutto il mondo sono soldi nostri, carpiti dalle nostre tasche con la scusa che bisognava salvare dal fallimento il sistema creditizio, altrimenti non vi era che attendere l’apocalisse.
I governi di tutti i paesi occidentali hanno elargito cifre smisurate alle banche, aumentando oltre ogni limite il debito pubblico ed ipotecando il futuro delle nuove generazioni. Inoltre hanno abbassato il costo del denaro, favorendo spericolate speculazioni da parte dei soliti squali della finanza internazionale, i quali, da un lato lesinano il prestito al sistema industriale, dall’altro si impegolano in spericolati acquisti di obbligazioni asiatiche, da vendere a breve, realizzando colossali plusvalenze.
Nessuno crede alla favola che gli istituti di credito siano pronti a prestare denaro alle aziende meritevoli di fiducia, il loro interesse è lucrare su operazioni di ingegneria finanziaria senza alcun addentellato con la produzione di beni e servizi.
Alla smisurata liquidità ed al basso costo del denaro, praticamente zero, si è aggiunta l’accentuata debolezza del dollaro, all’origine dell’impennata della quotazione del dollaro e delle materie prime, senza che i mercati siano in grado di trovare delle regole che non siano quelle della giungla e così gli Stati Uniti stanno creando una nuova gigantesca bolla finanziaria, che prima o poi deflagrerà travolgendo quel poco che resta della nostra disastrata economia.
Achille della Ragione (Capitanata.it)