Vacanze addio, migliaia di ragazzi sono pronti a tornare sui banchi di scuola. Se a preoccupare i più piccoli è il ritorno ai lunghi orari di lavoro e ai compiti in classe, quel che maggiormente temono i genitori, con la riapertura delle scuole, è la ricomparsa di malattie infettive e diffusive. Tra queste, la Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) segnala il riemergere della pediculosi, una parassitosi molto comune provocata dai pidocchi, che presenta un picco di diffusione proprio in questo periodo dell’anno e che colpisce soprattutto i bambini in età scolare, dai 3 agli 11 anni.
È questo un periodo fecondo per i parassiti; già nelle scorse settimane si era verificata un’altra piccola emergenza sanitaria: in alcune città, al rientro dalle vacanze, molte persone hanno trovato la casa infestata dalle cimici del letto, al punto che i servizi di igiene delle Asl hanno ricevuto numerose richieste d’aiuto, una media di dieci al giorno nella sola Milano. Infatti, nei luoghi di villeggiatura, nonostante i bagni frequenti e il tempo trascorso all’aria aperta, è facile venire in contatto con numeroso parassiti; i bambini, ad esempio, contraggano i pidocchi e li trasmettono ai loro genitori; poi, con la ripresa di scuola e lavoro, la diffusione dei pidocchi nelle classi e nei luoghi di lavoro diventa estremamente facile.
Ecco quindi alcuni consigli per affrontare il problema che ci fornisce la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore della UOC Pediatria 1 Clinica della Fondazione Policlinico di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP).
Cosa sono i pidocchi
I pidocchi sono piccoli insetti grigio-biancastri che parassitano il corpo umano, cibandosi del sangue. Di solito vivono sui capelli e pungono il cuoio capelluto depositando un liquido che provoca prurito. Si riproducono attraverso le uova che si chiamano lendini: queste si attaccano tenacemente al capello, all’altezza della nuca e sopra e dietro le orecchie. Il pidocchio non è capace di saltare o volare, quindi il suo passaggio da una testa all’altra può avvenire o per contatto diretto – i capelli si toccano – o per contatto indiretto, con lo scambio di pettini, cappelli, salviette, sciarpe, cuscini, ecc.; per questo motivo l’infezione non è indice di cattiva igiene.
Segni da infestazione da pidocchi: la pediculosi si manifesta con un intenso prurito al capo. Se si guarda attentamente tra i capelli vicino al cuoio capelluto, soprattutto all’altezza della nuca, oppure dietro e sopra le orecchie, si vedono le lendini: sono uova allungate, traslucide, poco più piccole di una capocchia di spillo, di color bianco o marrone chiaro.
Non bisogna confondere le lendini con la forfora: le lendini sono tenacemente attaccate al capello da una particolare sostanza adesiva, la forfora, invece, è facilmente eliminabile con il pettine.
Cosa fare
Un trattamento scrupoloso risolve facilmente il problema, ma non garantisce infestazioni successive, poichè nessun prodotto ha effetto preventivo:
- · applicate sui capelli un prodotto specifico, che il vostro pediatra consiglierà: date la preferenza a prodotti a base di piretrina in mousse o permetrina in gel o creme, da lasciare sul capo almeno per 10 minuti;
- · cercate di sfilare manualmente tutte le lendini rimaste oppure utilizzate un pettine a denti molto fitti, pettinando accuratamente ciocca per ciocca partendo dalla radice;
- · ripetete il trattamento completo dopo 7 giorni;
- · disinfettate le lenzuola, i pupazzi di pezza e gli abiti (soprattutto i cappelli e i caschi delle moto): lavateli in acqua calda o a secco, oppure lasciateli all’aria aperta per 48 ore (infatti i pidocchi lontano dal cuoio capelluto muoiono);
- · pulite accuratamente pettini e spazzole, immergendoli in acqua calda per 10 minuti e/o lavandoli con shampoo;
- · evitate di prestare e scambiare oggetti personali, come pettini, sciarpe, cappelli, caschi, spazzole, salviette, ecc.;
- · evitate di ammucchiare capi di vestiario, chiedendo che a scuola, in piscina e in palestra siano assegnati, se possibile, armadietti personali;
- · controllate periodicamente e accuratamente i capelli del bambino (soprattutto a livello della nuca e dietro le orecchie), specialmente se frequenta la scuola o se si gratta la testa, per accertarsi che non ci siano lendini;
- · Ricordate che i prodotti contro i pidocchi non hanno un’azione preventiva, ma servono solo per debellare l’infezione già in atto.
Trattamento senza uso di prodotti antipidocchi (pettinatura a capelli umidi)
Questo metodo conviene quando si hanno reinfestazioni periodiche e ripetute di pidocchi; per evitare di usare spesso i prodotti del commercio che hanno un’azione insetticida, ma anche lesiva del capello, potete procedere così:
- · lavate i capelli come fate solitamente, con lo shampoo normale, usando molto balsamo o prodotti appositi presenti in farmacia; mentre il capello è ben bagnato pettinate dalla radice con un pettine a denti fini. Assicuratevi che i denti del pettine entrino tra i capelli alla radice al ogni colpo;
- · pulite con un pezzo di carta il pettine dai pidocchi;
- · i pidocchi bagnati faticano a scappare e il balsamo rende i capelli molto scivolosi impedendo alla lendine di mantenere la presa e rendendo la rimozione con il pettine più facile;
- · ripetete questa operazione ogni tre o quattro giorni per 3 settimane così che ogni pidocchio nato dalle uova venga rimosso prima che possa riprodursi.
Cosa ricordare
- · un bambino infetto può contagiare un’intera classe. Trattate, quindi, il vostro bambino appena scoprite i pidocchi;
- · in questo caso, avvisate immediatamente la classe e i genitori degli altri bambini;
- · controllate regolarmente i capelli del vostro bambino ed informatevi se ci sia un’infezione in atto a scuola o all’asilo;
- · se il vostro bambino ha i pidocchi controllate l’intera famiglia incluso il padre ed eventualmente procedete al trattamento necessario;
- · le persone anziane, come i nonni, possono avere i pidocchi senza saperlo e possono trasmetterli ai bambini;
- · riammissione a scuola: se si esegue scrupolosamente la terapia sopra riportata, il bambino può tornare a scuola il mattino dopo il primo trattamento.
A cura del SITIP