Una corretta analisi economica è indispensabile per affrontare i nuovi problemi posti dalla crisi economica. E\’ il concetto con cui il Governatore della Banca d\’Italia, Mario Draghi, chiude la sua introduzione ai lavori della 50esima riunione scientifica annuale della Società italiana degli economisti. Secondo il numero uno di via Nazionale, "nuovi problemi sono all\’orizzonte" e, tra questi, ci sono: "Come uscire dalle misure eccezionali di sostegno alle economie di molti paesi; come rientrare da tendenze alla lunga insostenibili dei debiti pubblici; come disegnare nuove regole per il settore finanziario; come alleviare le sofferenze del mercato del lavoro; come aumentare il potenziale di crescita".
Di fronte a questi problemi, evidenzia il Governatore, "la corretta analisi economica è più che mai necessaria per produrre quelle proposte, concrete, quantificate, motivate, che sono alla base di una politica economica efficace".
"Si sono sognati pogrom di economisti, si è aperta una caccia al colpevole" per la mancata previsione della crisi economica, sottolinea Draghi. Una crisi che "ha prodotto danni ingenti: dapprima al funzionamento del sistema finanziario, poi alla capacità produttiva, ai redditi e al benessere dei cittadini". Ora, prosegue, "rischia di farne anche alla cultura in campo economico" perché "della disciplina economica si è negata sia la valenza scientifica sia l\’utilità sociale".
Secondo il numero uno di Palazzo Koch, sono state possibili risposte efficaci alla crisi economica grazie al lavoro degli economisti. "La professione economica – evidenzia – deve essere in primo luogo valutata per le risposte che ha saputo finora dare alla crisi" e da questo punto di vista "il bilancio è largamente positivo".
Il Governatore fa notare come siano state messe in campo misure "senza precedenti per ammontare e per tipologia" e come sia "merito degli economisti l\’averne determinate la dimensione e la natura, di fronte al disorientamento generale e all\’incapacità diffusa di fornire una terapia adatta alla crisi". Dunque, grazie agli economisti, "si sono evitati errori, quali il ricorso a misure protezionistiche, che si erano rivelati letali in altre occasioni". Tuttavia, ammonisce il numero uno di via Nazionale, "è bene cogliere da questa crisi lo stimolo a riflettere seriamente e senza pregiudizi sull\’adeguatezza dello strumentario analitico degli economisti, per correggere errori e individuare fruttuose direzioni di marcia per il futuro".
Secondo Draghi, in questa fase, "non si devono ignorare le critiche ricorrenti, per avviare una riflessione meditata". Questo, nonostante la capacità previsiva negli anni precedenti la crisi sia stata "migliore di quanto comunemente ritenuto". Il Governatore evidenzia, infatti, come "molti degli squilibri, degli eccessi, degli incentivi distorti che avrebbero potuto condurre alla crisi erano stati identificati in importanti contributi".
Certamente, il numero uno di via Nazionale, ammette la sottovalutazione di alcuni fattori che riconduce essenzialmente "alla scarsa conoscenza, sia a causa di una carente informazione contabile e statistica, sia a causa di un\’analisi che rimaneva ostinatamente macroeconomica, delle reali condizioni del settore finanziario". Così come, prosegue, "non c\’è dubbio che la fiducia nella capacità del mercato di autoregolarsi e generare in ogni circostanza allocazioni efficienti delle risorse si sia rivelata mal riposta".
Ancora, "non c\’è dubbio che, soprattutto negli Usa, l\’equazione \’libero mercato uguale mercato senza regole\’ fosse divenuta patrimonio comune di molti politici e regolatori". Guardando avanti, Draghi ritiene che la valutazione del rischio sistemico "sia il campo di azione in cui è più urgente investire", parlando di una vera e propria "sfida per le nuove generazioni di economisti".
(da Capitanata.it – fonte Adnkronos)