Sabato scorso a Monte Sant’Angelo, pur essendo passata un po’ in sordina come notizia, vi è stata una interessante novità in ambito politico nazionale. Alcune sigle di liste civiche e partiti meridionali hanno scritto e letto una lettera appello a Pino Aprile, l’autore di “Terroni” e “Giù al Sud”, affinché rompa gli indugi e si metta alla guida (o quanto meno affianchi) del popolo meridionale che crede ad una possibilità di riscatto politico, economico e sociale.
A firmare l’appello il Partito del Sud, L’Altro Sud, per il Sud e Insieme per la Rinascita nella speranza che presto altri sostengano questa iniziativa e abbandonino le divisioni per convergere in un’unica realtà meridionalista.
L’appello è stato letto da Marco Esposito, Assessore al Comune di Napoli, alla fine dello spettacolo tenuto da Pino Aprile ed Eugenio Bennato nell’ambito di FestambienteSud, manifestazione promossa da Legambiente a Monte Sant’Angelo e ancora in corso.
Il documento già nel titolo ci pare un piccolo programma e un manifesto identitario: “Schietti, orgogliosi, allegri, mediterranei, lettera aperta a Pino Aprile”
Ecco la lettera appello:
Caro Pino,
la Lega Nord è fuori dal governo e si è avvitata in una crisi forse irreversibile eppure lo spirito antimeridionale della politica italiana non si è affatto attenuato. Lo dimostra l’esclusione degli scrittori meridionali del Novecento dai programmi scolastici. Lo conferma l’applicazione del federalismo voluta dal governo Monti: anticipo dell’Imu al 2012 con simultaneo taglio dei fondi per i Comuni poveri, in modo da portare risorse dove già ci sono i soldi. E, nello stesso tempo, il governo ha dimenticato di elencare i diritti minimi da garantire in tutto il territorio nazionale, un silenzio che equivale a diritti zero per i cittadini del Sud. Ma questo non può sorprenderti: la legge si applica al Nord e si interpreta per i meridionali; va così da 151 anni e il razzismo dotto di chi ha studiato alla Bocconi cambia solo i toni rispetto a quello becero di chi si è diplomato per corrispondenza alla scuola Radio Elettra.
Le celebrazioni organizzate per i 150 anni hanno un merito: aver portato l’attenzione sulle statistiche, con la Banca d’Italia costretta ad ammettere che l’area di Napoli aveva un Pil del 40% superiore alla media nazionale. E se da +40% scivoli fino a -40% non può essere per responsabilità interne: è perché hai ceduto alla forza. Come a Pietrarsa il 6 agosto 1863. Ma il vento sta cambiando e dopo Gaeta oggi Napoli è libera da ceti politici eterodiretti. Ciò incoraggia chi crede che ogni comunità possa scegliere la propria strada, senza aspettare un placet.
E’ il momento di osare. Va promosso un movimento che abbia a cuore gli interessi delle Terre del Sud. Libero e democratico, certo, ma soprattutto schietto, orgoglioso, allegro, mediterraneo. Un movimento aperto, ma che tenga fuori chi ha governato a braccetto con partiti nordisti e oggi magari cerca di riverniciarsi. Un movimento che punti nelle elezioni del 2013 a una rappresentanza diretta in Parlamento e che subito dopo apra, città per città, una fase costituente, perché i giovani del Sud possano contare in Europa senza esser costretti a lasciare le proprie Terre.
Caro Pino,
nessuno meglio di te ha saputo raccontare cosa eravamo, cosa siamo diventati e cosa potremmo essere noi Terroni. Ecco perché crediamo che qualsiasi progetto di riscatto non possa che vederti alla testa. Lo sappiamo: puntare a uno scranno a Montecitorio appare poca cosa, per la distanza tra quanto si potrà fare e quanto servirebbe alle nostre Terre. Ma l’impegno che chiediamo a noi stessi e l’invito che ti rivolgiamo è di considerarlo il primo passo. Verso nuovi ambiziosi obiettivi.