“Le preferenze sono il modo migliore per restituire ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente i parlamentari”. Michele Bordo, deputato del PD e presentatore della prima proposta di legge elettorale depositata alla Camera che reintroduce le preferenze, interviene nel dibattito provocato dalla lettera del presidente della Repubblica “ancora una volta saggio interprete del sentimento popolare” inviata ai presidenti Fini e Schifani.
La proposta di legge articolata dall’on. Bordo prevede la “reintroduzione delle preferenze e l’attribuzione dei seggi in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista”. La circoscrizione elettorale “corrisponde al territorio della provincia” e il numero massimo di deputati assegnati a ciascuna circoscrizione è proporzionale al numero di residenti. La soglia di sbarramento per la singola lista e’ fissata al 5%, che diventa il 15% per le coalizioni. Il premio di maggioranza è “attribuito alla coalizione o alla singola lista che ottenga il 40% dei voti validamente espressi e che, in tal caso, conquisterebbe il 55% dei seggi della Camera dei Deputati”. La proposta di nuova legge elettorale introduce anche “il principio della parità di genere, con la previsione di liste di candidati composte per metà da uomini e per metà da donne e la possibilità offerta agli elettori di esprimere fino a due preferenze a condizione che tale opzione garantisca l’alternanza di genere”. Infine, è cancellata la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni elettorali.
“Sulla legge elettorale – continua Bordo – non c’è più il tempo di inseguire il modello migliore possibile. Il doppio turno, per quanto mi riguarda, costituisce senza dubbio il sistema più efficace per il nostro Paese; ma dobbiamo prendere atto che forse non ci sono più le condizioni per trovare un accordo largo in Parlamento.
Se i 10 giorni dati alla commissione affari costituzionali del Senato per trovare un’intesa trascorressero inutilmente, il PD deve fare ogni sforzo per consentire che almeno si restituisca ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti. Anche attraverso le preferenze, che non sono pericolose a prescindere. Tutti i sistemi che attribuiscono il potere di scelta ai cittadini possono determinare il rischio, in alcune realtà, di rendere condizionabili le candidature e le elezioni; ma questo non può essere un alibi per consentire ancora ai partiti di scegliere chi mandare in Parlamento.
Il problema, allora, non e’ costituito dalle preferenze, ma da come i partiti selezionano i candidati delle proprie liste da sottoporre poi al giudizio degli elettori. Sono convinto che le preferenze costituiscano ancora il metodo più efficace per consentire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Se fossero il primo passo avanti per modificare il porcellum, il PD farebbe bene a condividerle senza pregiudizi anche nella speranza di ottenere cambiamenti più profondi dell’attuale sistema elettorale”.