“Ma il premier Monti l’ha letto l’allarme lanciato dal Censi sulla sanità negata a 9 milioni di italiani? Di questi 4 milioni sono residenti nel Mezzogiorno e a 2,4 milioni sono anziani. Tutti impossibilitati per ragioni economiche a rinunciare alle prestazioni”. E’ quanto denuncia il segretario generale dello Spi Cgil di Capitanata, Franco Persiano, a fronte degli ulteriori tagli alla sanità previsti dalla Spending review “che rischia di dare il colpo di grazia al sistema sanitario e si rifletterà inevitabilmente sulla condizione di milioni di anziani e pensionati”
Persiano ricorda che “ai 4 miliardi di euro sottratto al Fondo sanitario nazionale si aggiungono infatti i 12 miliardi di euro che sono stati già tagliati dal Governo Berlusconi. Per un totale di 16 miliardi di euro di risorse in meno nel triennio 2012-2014”. Cui si aggiunge “la riduzione dei posti letto prevista dalla revisione della spesa del Governo Monti. Facendo così diventare la sanità italiana sempre più costosa e sempre meno efficiente”.
Nel 2014, ricorda il segretario generale dello Spi Cgil di Capitanata, “la spesa per i cittadini aumenterà ancora e arriverà a toccare i 4 miliardi di euro. Di questi ben 2 miliardi arriveranno dalle tasche di anziani e pensionati, che rappresentano circa il 50% degli utenti del Servizio sanitario nazionale”. Un aumento che non corrisponde al miglioramento della qualità e quantità dei servizi: “Il Servizio sanitario nazionale è stato destrutturato e così non sarà più in grado di garantire prestazioni e livelli assistenziali adeguati. Da anni si sta operando solo con tagli e chiusure di ospedali senza che nessuno ci dica qual è il ‘piano B’ e come si deve sopperire alla crescente domanda di cura da parte dei cittadini, in particolare proprio la popolazione anziana”.
“Occorre colpire sprechi, privilegi, consulenze d’oro, e non far pesare su chi ha redditi pensionistici bassissimi il costo della salute – conclude Persiano -. Basti pensare ai dati della Puglia, dove su 1,3 milioni di pensionai erogate dall’Inps, 865mila sono sotto i 750 euro. O a quelli della Capitanata, dove su 166mila pensioni, circa 130 mila, oltre il 78%, sono sotto i 750 euro. Anche qui in provincia di Foggia c’è un’emergenza sanità per i pensionati, e la politica tutta e il Governo regionale devono farsene carico”.