Le forze che stanno alla base di questi cambiamenti sono le stesse che hanno prodotto le rivoluzioni IT precedenti: creatività, comunicazione e commercio. Le persone desiderano distinguersi per la propria creatività, innovare, costruire, produrre nuove cose e sviluppare nuove idee. Inoltre, le persone vogliono comunicare e condividere le proprie idee, sia in ambito locale che globale. Questo desiderio di condivisione e il valore che può derivare dalla collaborazione abbattono le barriere organizzative, riducono le distanze tra consumatori, fornitori e aziende e rendono le organizzazioni più trasparenti. Infine, le aziende desiderano espandersi e creare nuovi prodotti, servizi, mercati e profitti. Il mezzo grazie al quale questa rivoluzione si attua è, la tecnologia. La riduzione dei costi della larghezza di banda, la maggiore potenza di elaborazione in termini di capacità e di dispositivi disponibili e l’aumento della produttività e della facilità d’uso degli strumenti hanno condotto a un’importante diffusione delle applicazioni basate sul Web, il cosiddetto spazio del “Web 2.0”. La rivoluzione è appena cominciata e non è ancora dato sapere chi la guiderà e come si ramificherà, ma le opportunità sono già disponibili e chi saprà riconoscerle per primo ne trarrà i vantaggi maggiori.
Dopo un iniziale periodo di diffusione in ambiente Internet, questi stessi strumenti e le logiche di relazione e contribuzione diffusa, si stanno oggi spostando all’interno delle imprese. Il fenomeno è molto importante ed è una sfida da non sottovalutare. Il rischio è che, così come sull’altare dell’e-commerce e dei “soldi facili” della new economy si trascurò di guardare all’effetto che – dentro le imprese e non fuori – la rete aveva sulle persone, i processi e i modelli organizzativi, così oggi l’attenzione verso nuovi fenomeni mediatici ed imprenditoriali come Wikipedia, You Tube o Facebook, rischia di far passare in secondo piano l’impatto più lento e progressivo – ma non per questo meno rilevante – che il diffondersi delle tecnologie del social computing e la crescente consumerizzazione dell’ICT stanno avendo sulle organizzazioni e sui modelli professionali di relazione e collaborazione.
Qualcosa sta cambiando in Italia ed anche velocemente, ciò che prima era solo un miraggio; creazione di startup finanziamenti alle imprese, nuove opportunità di business legati all’innovazione tecnologica, sta diventando realtà. C’è molto fermento soprattutto tra i giovani che sognano così di raggiungere il successo.
Allo stesso tempo le grandi aziende cercano guidate dai loro CIO di cavalcare l’onda dell’innovazione tecnologica cercando di dare alle imprese nuovi strumenti per creare nuovi business o migliorare l’efficienza di quelli esistenti.
Questi due mondi sono vicini o lontani tra loro? Cosa accomuna i CIO con i giovani creatori di una startup?
Alcuni tra i protagonisti dell’innovazione italiana Il 28 Marzo a Roma alle ore 17 presso l’Opificio Telecom Italia che si trova in Via dei magazzini generali, 20/A si confronteranno su temi come, infrastruttura, ROI, governance, mobile, etc…nel workshop organizzato dall’Associazione Indigeni Digitali con la partnership di TIM.
Programma
Ore 17:00 – registrazione partecipanti
Ore 17:30 – Apertura Workshop – Fabio Lalli – Presidente di Indigeni Digitali
Ore 17:45 – Sponsor Telecom – presentazione Working Capital Accelerator
Ore 18:00 – Workshop con:
- Gianluca Giovannetti – CIO Gruppo Amadori
- Stefano Sappino – Responsabile Info Management Poste Italiane
- Pietro Tricarico – CTO Linkem Spa
- Mauro Minenna – CIO Gruppo Api
- Alessandro Musumeci – CIO Ferrovie dello Stato
- Antonio Leonforte, Fhoster
- Barbara Labate, RisparmioSuper
- Claudio Erba, Docebo
- Stefano Rodrigues, Fubles
- Daniele Cremonini, Spreaker
- Alessandro Rizzoli, MopApp
Moderatore: Antonio Savarese – giornalista Data Manager
Ore 19:30 – Aperitivo