“Non c’è sviluppo senza legalità, non c’è democrazia senza partecipazione”. E’ lo slogan scelto dalla Cgil per l’inaugurazione della nuova Camera del Lavoro di Cagnano Varano: il taglio del nastro mercoledì 14 marzo alle ore 12.30; nel pomeriggio dalle ore 16.30 un incontro pubblico. All’iniziativa saranno presenti la segretaria generale della Flai nazionale, Stefania Crogi; il segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte; il segretario generale della Flai di Puglia, Giuseppe Deleonardis. A fare gli onori di casa la segretaria generale della Cgil di Capitanata, Mara De Felici, e il segretario generale della Flai provinciale, Daniele Calamita.
“Si tratta di un momento importante del progetto di reinsediamento nel territorio varato da qualche hanno dalla Cgil. Assieme, crediamo sia un atto dal forte valore simbolico se si considera la scelta di intitolare la sede a Peppino Impastato – simbolo della lotta alla mafia in Sicilia negli anni ’70 e ucciso per mano mafiosa a soli 30 anni – in un territorio come quello garganico dove è forte la presenza della criminalità organizzata e purtroppo frequenti gli atti efferati e i delitti. Vogliamo fare della Camera del Lavoro un presidio e un laboratorio per la legalità”.
Assieme alla definizione Camera del Lavoro, alla sede di Cagnano Varano se ne affiancherà un altro, quello di “Casa del Popolo, che se da un lato può sembrare ancorata a tempi lontani, esprime in realtà una esigenza diffusa tra i cittadini – avvertita soprattutto nei piccoli centri – di recuperare luoghi aperti alla partecipazione democratica e civile. Affiancando al tradizionale ruolo di rappresentanza sindacale e assistenza proprio della Cgil, quello di operatore culturale, sociale, mutualistico, ricreativo”.
Nel corso dell’iniziativa, in memoria di Peppino Impastato e in nome della comune lotta alle mafie e allo sfruttamento che colpisce duramente soprattutto il lavoro agricolo, sarà sancito un gemellaggio politico tra la Flai di Capitanata e la Flai di Palermo, alla presenza del segretario generale della Federazione dei lavoratori dell’agroindustria di Sicilia, Giovanni Tripi, e di quella di Palermo, Onofrio Ribaudo.