Ginger Lew è stata consigliere economico dell’Amministrazione Obama sino all’ottobre 2011, ha presieduto la White House Regional Innovation Clusters Group ed è stata l’ideatrice delle politiche dell’Amministrazione Usa sul ruolo delle donne come fattore di crescita economica; Stella Chieffo ingegnere aerospaziale, è il primo direttore donna di uno stabilimento Whirlpool, quello di Siena. E proprio nell’auditorium della fabbrica di viale Piero Toselli si incontreranno, mercoledì 7 marzo, alla presenza dell’amministratore delegato di Whirlpool Emea Davide Castiglioni, per un’iniziativa sull’Economia dello sviluppo promossa da Confindustria Siena e da Usilia, il gruppo di coordinamento per l’imprenditoria femminile. L’intervento di Ginger Lew sarà incentrato sul ruolo delle donne e la centralità dell’uguaglianza di genere quale fattore di crescita. A seguire il pranzo con i vertici aziendali e di Confindustria e la visita della fabbrica.
Sarà quindi una vigilia della Festa della donna particolare per Stella Chieffo. Nata a Benevento nel 1972, madre di una figlia di cinque anni e con laurea in ingegneria aerospaziale conseguita alla Federico II di Napoli, è direttore dello stabilimento Whirlpool di Siena dal 1° gennaio 2012; la prima Plant Manager nella storia della multinazionale degli elettrodomestici. «All’inizio la mia nomina ha destato sorpresa, ma non mi sono mai scontrata con i pregiudizi: ho superato una selezione e sono stata scelta per la mia professionalità –spiega Chieffo–. Del resto, in Whirlpool, la cultura della diversity è molto radicata.
Ad aprire l’incontro in auditorium, oltre ai saluti del Presidente di Confindustria Siena Cesare Cecchi, dell’assessore Pari opportunità della Provincia di Siena Simonetta Pellegrini, il vice presidente Risorse umane di Whirlpool EMEA Adriano Mureddu: «La Diversity è uno dei cinque valori fondanti di Whirlpool, che decliniamo nella politica aziendale promuovendo innanzitutto le assunzioni di donne (non in quanto tali, ma perché di talento) con l’obiettivo di aumentare la loro presenza in azienda e poi, una volta all’interno, seguendole con programmi che ne aiutino la crescita professionale.» Prosegue Mureddu «La diversity non è soltanto un’elementare questione di civiltà e giustizia, è ormai ampiamente dimostrato che la componente femminile nel lavoro rappresenti un plus per la crescita cui nessuna azienda può permettersi di rinunciare».