La Green economy è un nuovo paradigma tecnologico che, al contrario del recente passato, tiene in primo piano gli aspetti della protezione ambientale. Essa non è soltanto panelli fotovoltaici e torri eoliche né tantomeno una sorta di mondo utopico lontano dalle regole economiche.
I vari temi della sostenibilità ambientale, sono in questo momento sulla cresta dell’onda, considerando che in passato, il rapporto tra la sfera del Green e quella dell’economia non è certo stato proficuo. Non molto tempo fa, infatti, l’ambiente era visto dagli economisti soprattutto come uno svantaggio competitivo, poiché la sua protezione comportava una conseguente penalizzazione per il sistema Paese nel suo complesso.
Oggigiorno alcune aziende sono passate a un approccio attivo nelle tematiche ambientali, considerandole come un fattore distintivo e d’innovazione, in grado di fare la differenza sul mercato.
Per “Green economy” s’intende un processo a livello globale che prevede una riqualificazione dell’intera economia, non soltanto di una singola nicchia o di un unico settore. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è parte fondamentale di questo processo.
Può essere definita verde quell’economia che, a differenza della precedente “Brown economy”, consente il ripristino del capitale naturale. La Green economy sarà un’opportunità per la nostra Nazione soltanto se si trasformerà in punti aggiuntivi di Pil, diventando la base del nostro export.
Il concetto di Green non è solo pannelli fotovoltaici e pale eoliche, ma il produrre le cose realizzate precedentemente in modo rispettoso dell’ambiente lungo tutta la catena distributiva, informando e comunicandolo anche ai consumatori.
La domanda cruciale è su cosa occorre fare per sostenere l’avvento della Green economy. La maggior parte degli operatori è concorde su un punto cruciale, cioè sulle risorse pubbliche che sono sempre più scarse, vista l’attuale situazione finanziaria è difficile ipotizzare che l’avvento della Green economy possa essere ulteriormente sostenuta dal settore pubblico.
In questa fase di crisi finanziaria appare comunque difficile pensare a un ritorno della pianificazione come negli anni Settanta.
Piuttosto la politica, oltre a definire un quadro normativo chiaro e stabile, dovrebbe facilitare le iniziative tra imprese e la collaborazione tra gli attori delle diverse filiere, com’è già accaduto nel caso degli imballaggi, dove l’Italia ha superato brillantemente i target europei con anni di anticipo.
Nel 2010 il 65% del packaging immesso sul territorio nazionale è stato avviato a recupero, ottenendo un risultato abbondantemente superiore all’obiettivo di legge fissato al 55%.
Questo è l’itinerario da seguire, solo pochi potranno vedere dove li condurrà la via prima di essere giunti alla fine, finché la nostra gente non avrà chiarito il proprio pensiero dentro loro stessi, non potranno comunicarlo ad altri e ohimè questo arduo compito non può che spettare alle nuove leve, che devono iniziare a vedere la Green economy come una possibilità positiva di sviluppo economico-ambientale per la nostra Italia.
di Orazio Buonamico