Si celebra sabato 12 maggio 2007 ad Avellino il 155° anniversario della fondazione della Polizia di Stato e, nella terra dell’eroe Giovanni Palatucci, la questura si accinge a sottolineare quel “più” in termini di attività e strategie sperimentali tesi a garantire la libertà dei propri concittadini.
E’ meraviglioso associare il corpo della Polizia a “il grande Papà” che vigila sulla protezione dei propri figli e sui propri piccoli, i giovani, sempre più indifesi ed irretiti dalla paura di perdere la madre dell’umanità: la libertà.
E’ un papà che vigila sul rispetto delle regole ma è anche il tuo vecchio amico che sa essere giovane per interpretarti, comprenderti, consigliarti e proteggerti dalle insidie della vita; ti comunica con quel linguaggio, il tuo, per dirti che ti e sempre accanto e pronto a rischiare la propria vita per te.
Tutto questo è la polizia in Italia e qui in terra d’Irpinia, acquista un significato denso di “Passione Palatuccìana”: l’approccio incentrato tutto sulla persona-cittadino e le intelligenti iniziative di comunicazione che legano l’istituzione Polizia al territorio in maniera capillare e familiare.
-Siamo stati i pionieri in tutto, dalla sperimentazione del poliziotto di quartiere -per questo vantiamo il primo arresto in Italia- alle iniziative preventive sviluppate in sinergia con i giovani, famiglia, scuola ed enti locali, tutte finalizzate a reprimere i fenomeni d’interpretazione giovanile: dal bullismo, movide alla violenza negli stadi.
Si è espressa qui, in questa piccola questura di provincia, la “polizia diversa”, meno burocratica e più pragmatica con più servizi celeri al cittadino ed alle imprese, questo grazie alla sensibilità diffusa del personale che ha saputo commutare l’esperienza di servizio in produttività ed innovazione, una struttura che ha fuso tradizione, innovazione ed umanità.
E’ per questo che nel giorno del 155° anniversario della fondazione, sabato 12 maggio 2007 alle ore 11,00, all’auditorium Cimarosa di Avellino, abbiamo inteso conferire speciali riconoscimenti a quegli uomini che si sono prodigati nell’esprimere il senso del dovere come “postumo” per la tutela della democrazia. – e quanto ha dichiarato Vittorio Rochira, questore di Avellino.
Mary Villano
PT Agency News