Sono 214 i contratti di rete siglati in Italia con 1.065 imprese coinvolte appartenenti a 86 province e 19 regioni: dati che testimoniano come lo sviluppo del sistema produttivo possa passare attraverso le Reti d’impresa. Anche in Campania, dove le aziende che hanno aderito a un Contratto di rete sono 43.
In Irpinia per sostenere la nascita di Reti d’imprese, la Camera di Commercio di Avellino stanzierà a partire dal 2012 circa 200mila euro. Un contributo fattivo, dunque, per incoraggiare l’aggregazione imprenditoriale, strada che in tutto il Paese si sta dimostrando vincente per l’aumento della competitività delle imprese. E’ questa la sintesi di quanto emerso dal convegno che si è tenuto oggi (sabato 17 dicembre) sul tema “Reti d’impresa: un’opportunità per crescere”, promosso dalla Camera di Commercio di Avellino.
Il presidente della Camera di Commercio, Costantino Capone, ha sottolineato come questa iniziativa sia stata fortemente voluta dall’ente di Piazza Duomo, proprio perché “la Rete tra imprese rappresenta una grande opportunità in un contesto come quello irpino, costituito da circa 50mila aziende, quasi tutte microimprese o piccole e medie imprese. Oggi il principale gap per l’imprenditoria è rappresentato dall’assenza di prospettive per il futuro, nonché dalla difficoltà di accesso al credito. Dare vita ad una politica di integrazione e sinergia significa aprire nuovi fronti in questo senso, in un momento in cui le imprese si trovano nella condizione di dover resistere. Il Contratto di rete rappresenta un’opportunità in questo senso perché le imprese che stanno insieme combattono meglio la crisi, riescono meglio a superare i problemi di mercato e hanno possibilità di dare nuova linfa anche sotto il profilo occupazionale, considerando che oggi sono 3.800 i laureati disoccupati in Irpinia. Non solo. Con il Contratto di rete le imprese che appartengono alla rete hanno dalle banche un rating del 20-30 per cento superiore e questo consente un accesso al credito più agevole. Tanto è vero che, a livello nazionale, sono già stati stipulati importanti accordi con Barclays Bank e Unicredit. La Camera di Commercio è pronta a questa sfida, che porterà avanti con orgoglio e caparbietà, diffondendo questo strumento che rappresenta un ulteriore sostegno alle imprese. Abbiamo già stanziato 200mila euro per il 2012 per la promozione delle Reti di impresa e ci diamo quindi appuntamento al 31 dicembre del 2012 per valutare i risultati di questa attività”.
Matteo Caroli, Ordinario di gestione delle imprese dell’Università Luiss di Roma ha sottolineato come sia un segnale senz’altro positivo che il tema delle Reti d’impresa abbia trovato una sponda nelle istituzioni. “Funzione essenziale della rete non è tenere insieme gli operatori di un settore o di un luogo – ha sottolineato Caroli – ma creare un sistema integrato di operatori che crea valore. La rete dà accesso ad economie di scala ed economie di esperienza, favorisce la divisione del lavoro e la reciproca specializzazione, distribuisce tra più soggetti il rischio e il fabbisogno finanziario. Elementi concettuali chiave sono dunque i vantaggi di costo e di differenziazione, una maggiore presenza sul mercato e l’entrata in nuovi mercati, accesso al credito, visibilità e valorizzazione delle risorse”.
“Il percorso che abbiamo costruito in questi mesi – ha affermato Aldo Bonomi, Vice Presidente nazionale di Confindustria – ci ha dimostrato come le piccole e medie aziende italiane, che nel nostro Paese rappresentano il 98,5 per cento del totale, vogliono continuare a fare impresa nonostante le difficoltà di questo momento storico. L’obiettivo che come Confindustria ci eravamo posti di raggiungere le duecento reti di impresa ci sembrava impossibile, e invece ci siamo arrivati in tempi decisamente brevi. Oggi possiamo dire che le aziende cominciano ad essere consapevoli di poter fruire di uno strumento fondamentale per un tessuto produttivo ormai troppo frammentato come quello italiano, e che attraverso la sinergia e la collaborazione può invece contare su vantaggi come la defiscalizzazione degli utili e gli accordi con le banche per il miglioramento del rating e la maggiore possibilità di aderire a fonti di finanziamento specifiche. Questo è oggi possibile proprio attraverso le reti d’impresa e ci auguriamo che un numero sempre maggiore di aziende comprenda la validità e l’opportunità fornita da questo strumento. E’ per questo che in questa sede voglio citare un aforisma di Henry Ford, che affermava come mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo”.
Giuseppe Tripoli, Capo dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico e “Mister PMI”, ha sottolineato come oggi sia necessario che tutti, ciascuno per il proprio livello di responsabilità, facciano la propria parte. “Oggi fare impresa in Italia significa affrontare problemi nuovi, tra cui la necessità di approcciare nuovi mercati, in particolare esteri, affrontare problemi di natura finanziaria, contrastare chi imita i prodotti per occupare spazi di mercato nostri. Cosa può fare una piccola azienda? La Rete d’imprese sicuramente rappresenta uno degli strumenti per rafforzare le Pmi, costruendo anche rapporti di grande importanza basati sulla condivisione delle conoscenze. Una rete impara tantissimo da un’altra rete ed in questo senso va stimolato il confronto, così come è fondamentale sensibilizzare le banche sul rating delle aziende. E’ giusto che un’impresa, se fa parte di una rete, sia meglio valutata”.
Due importanti esempi di Reti d’impresa sono stati portati da Thomas Miorin, responsabile del Contratto di rete Habitech, Distretto Tecnologico del Trentino per l’energia e l’ambiente, e Fernando Lugli, della Corso Roma srl di Carpi (Modena), che ha presentato la Rete di impresa “Frantoi di Maremma” nel settore oleario.
Le conclusioni sono state affidate a Ferruccio Dardanello, Presidente nazionale dell’Unione Italiana delle Camere di Commercio. “In Italia sono 214 i contratti di rete siglati finora e 1.065 le imprese coinvolte, appartenenti a 86 province e a 19 regioni. In Campania hanno aderito a un Contratto di rete 43 aziende, il 15% circa delle imprese meridionali che hanno sottoscritto tale strumento, per un totale di 20 Contratti che insistono sull’ambito regionale. Le green technology hanno fornito un importante stimolo all’aggregazione di realtà aziendali nella regione: risparmio energetico, servizi strategici integrati nel settore ambientale, nuove tecnologie per fonti rinnovabili sono solo alcuni esempi degli obiettivi perseguiti tramite i Contratti di rete stipulati. A questi si affiancano progetti congiunti per potenziare altre attività strategiche per la competitività aziendale, come promozione e sviluppo di prodotti innovativi, internazionalizzazione, formazione professionale, ricerca di nuovi mercati. Nel complesso – ha sottolineato Dardanello – sono stati 52 gli ambiti territoriali delle Camere di Commercio, a volte di livello regionale, che, nel corso del 2011 hanno aderito ed hanno predisposto specifici progetti di Contratto di rete e 46 di questi progetti sono stati finanziati e avviati a partire dalla seconda metà del 2011. Direi, insomma, che come sistema camerale stiamo facendo la nostra parte in questo processo. E non poteva essere diversamente, perché le Camere di commercio sono luogo di coesione e non di divisione e, per le loro stesse caratteristiche e competenze, possono – e stanno dimostrando di essere – lo snodo vincente di queste reti, la rete delle reti”.