Le proiezioni ormai parlano chiaro, il fotovoltaico entro fino anno supererà l’energia prodotta dall’eolico. Per alcuni, in realtà, questo sorpasso avverrà ancor prima e cioè entro gli inizi dell’autunno.
L’Italia con l’abbandono del nucleare, che pare ormai certo, sarà abbandonato gradualmente anche dal resto d’Europa che ha fatto una scelta di campo precisa. Si punta alle rinnovabili per produrre l’energia che serve.
Le scelte che si stanno facendo, però, sono quelle giuste ? Fino a quando potremo coprire con campi fotovoltaici quelle che prima erano delle terre dedicate all’agricoltura ? E quando questa scelta potrà dimostrarsi sufficiente e alla lunga vincente ?
Certo è che, ad oggi, nessuno o quasi si è posto il problema di come saranno smaltiti i pannelli fotovoltaici quando avranno ultimato il loro lavoro (tra 20 anni ? o meno ?), su quanto pagheremo l’energia una volta terminati i cosiddetti “certificati verdi” eccetera, eccetera. Certo questo tipo di problema sarà sicuramente presente anche per l’eolico, nel momento in cui le pale dovranno essere sostituite e smaltite, come si affronterà ?
In altre nazioni, come la Germania, dove certo il sole non può competere con il nostro, sono state fatte delle scelte differenti. Più che fare grandi centrali (campi) fotovoltaiche si è puntato a produrre in loco con impianti piccoli su abitazioni, capannoni ed edifici di diverso genere.
Anche per l’eolico spesso la scelta che si fa all’estero è per il cosiddetto minieolico. Piccoli e più diffusi impianti. Ma non ci si è dimenticati neanche delle altre forme di produzione di energie alternative tra cui l’utilizzo delle biomasse, biomasse che spesso vengono trasformate anche in “piccole” aziende agricole.
Però, forse più importante di tutti, è il settore del risparmio energetico e dell’ottimizzazione degli impianti e degli immobili pubblici e privati. Su questo ultimo settore, forse, più di ogni altro, si dovrebbe puntare senza indugio.