Perdura la crisi del settore delle costruzioni in Puglia e non si registrano ancora concreti segnali di ripresa: il 2010 è stato il terzo anno consecutivo di contrazione del valore della produzione (comprendente gli investimenti nel pubblico e nel privato oltre che le manutenzioni ordinarie) che, tra il 2007 e il 2010, è sceso da 11,122 a 8,779 miliardi di euro segnando un calo del 21%.
Anche le opere pubbliche segnano il passo; nei primi quattro mesi del 2011, infatti, con 449 bandi di gara e una spesa di 417 milioni, si è registrata una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2010 dell’8,6% in termini numerici e del 40,7% in termini di valore.
Molte ombre e pochissime luci nel Rapporto ANCE 2011 sul mercato delle costruzioni in Puglia presentato questa mattina nella sede di Confindustria Bari e Bat; presenti Salvatore Matarrese, presidente ANCE Puglia, Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME, Angela Barbanente, assessore all’Assetto del Territorio e Urbanistica della Regione Puglia, Domenico De Bartolomeo, presidente Ance Bari e Bat e l’economista Gianfranco Viesti.
«I dati presentati oggi – ha esordito Salvatore Matarrese, presidente ANCE Puglia nella sua relazione – confermano la situazione di eccezionale gravità che il settore delle costruzioni sta attraversando con conseguenze disastrose sia per le imprese che per i lavoratori».
Sensibile calo per la nuova produzione edilizia residenziale; nel 2010 in Puglia sono diminuiti i nuovi fabbricati residenziali del 13,4%, le nuove abitazioni del 12%, i volumi totali del 22% e il volume medio del 10%; quest’ultimo si è attestato sui 1.700 m³, ben al di sotto della media nazionale pari a 2.000 m³.
Anche l’occupazione nel settore è in grave difficoltà: dopo la flessione tra il 2008 e il 2009 del 7,7%, con una fuoriuscita complessiva di circa 10 mila addetti dal settore edile, nel 2010 si sono persi altri 4 mila posti di lavoro, equamente ripartiti lavoratori dipendenti e autonomi.
Le ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga autorizzate nel 2010 per tutto il comparto edile sono state oltre 8,5 milioni, registrando un incremento rispetto al 2009 del 33,9%.
«L’economia del settore – ha spiegato Matarrese – può ripartire favorendo nuovi investimenti ed evitando che i fondi destinati al comparto delle costruzioni vengano dirottati verso altre finalità, come è accaduto con il credito d’imposta».
Secondo il presidente dei costruttori edili pugliesi «occorre accelerare le procedure di spesa entro il 2013, in particolare lo sblocco dei fondi FAS e strutturali per la quota parte residua, attraverso percorsi straordinari, come la nomina di commissari ad acta con i poteri necessari per dare attuazione alla spesa nei tempi programmati e leggi obiettivo nazionali e regionali.
È indispensabile poi accelerare una serie di variazioni al Piano Casa, già avviate dalla Regione Puglia, per far si che diventi uno strumento utilizzabile con efficacia dal settore».
«Un’altra proposta che il comparto avanza – ha continuato Matarrese – è la regionalizzazione del Patto di Stabilità; se quest’ultima fosse stata attuata in Puglia nel 2010, come accaduto in Emilia Romagna e in Piemonte, sarebbero stati liberati 180 milioni di euro, necessari ai comuni per liquidare i lavori svolti e alle imprese per prendere un po’ di ossigeno».
«Il settore chiede inoltre – ha concluso Matarrese – a Comuni e Regione di individuare percorsi in grado di ridurre i tempi di approvazione dei piani di lottizzazione e degli accordi di programma, così come quelli di rilascio di autorizzazione a costruire, ad oggi infinitamente lunghi, e favorire, attraverso una programmazione concertata, iniziative di rigenerazione urbana e housing sociale».