Sono venti decisamente favorevoli, quelli raccolti dalle vele di una Puglia proiettata sulle rotte attraenti di un turismo plurale, e capace di fare del suo brand, ormai più che affermato, il volano di un processo virtuoso di qualificazione di un’offerta-mosaico, che riesce a farsi sintesi di cultura, tradizione, benessere, sole, mare, sapori e devozione.
Il “tacco”, da semplice quanto nevralgico promontorio, si è fatto bitta per ormeggi turistici di qualità, diventando faro e attracco tra i più accoglienti di questa parte di Mediterraneo. Ma anche fucina di modernità e di spirito innovativo, prendendo orgogliosamente il posto di regioni a lungo riconosciute quali virtuosi modelli nazionali di sostenibilità organizzativa, programmatica e culturale.
E’ un’offerta turistico-culturale di qualità, “che fa dell’eccellenza la fisiologia del proprio sistema” (Vendola). Tanto da renderlo attraente e “competitivo con quelli più evoluti del resto d’Europa” (Godelli). Da anni scelte ed impegni lungimiranti hanno prodotto una scia perdurante di successi, nel cui solco sciabordante gli effetti emergono e si succedono come boe luminescenti.
Dal potenziamento degli scali portuali ed aeroportuali pugliesi (anche se con l’atavica ed irrisolta nota dolens dell’aeroporto per il Gargano), alla valorizzazione dell’entroterra quale valore aggiunto all’offerta turistica balneare. Dalle sfide contemporanee del rinato Teatro Petruzzelli, alla spinta innovativa del Teatro Pubblico Pugliese. Dalla luce di Puglia diffusa tra paesaggi, tele e spiritualità, al volano senza tempo della Apulia Film Commission.
E ancora, dalla nuova frontiera di Puglia Sounds e di un sistema musicale autentico patrimonio d’identità locale, su cui spiccano per popolarità “tarante” e “cantori”, al laboratorio di Puglia Events, fino alla recente e coerente scelta di sponsorizzare il Mega concerto del 1 Maggio a Roma – S. Giovanni in Laterano, la capacità di attrazione è stata moltiplicata a ritmi esponenziali. E il riscontro evidente degli indici raggiunti nei desiderata relativi alla destinazione Puglia, ne è tangibile testimonianza quotidiana.
C’è un’onda da cavalcare. Un trend da consolidare, in un processo di fidelizzazione il più duraturo possibile. Il varo dell’Agenzia Pugliapromozione (Agenzia regionale del turismo) si presta ad essere quello spinnaker da dispiegare per assicurare la propulsione necessaria alla promozione dell’immagine unitaria della Regione, alla promozione della conoscenza del territorio, a favorire lo sviluppo di occupazione “stabile” nel turismo, a facilitare l’azione di sistema tra il mondo della formazione di settore e le Università. Nonché a rendere più competitiva l’offerta turistica, favorendo in particolare l’incontro tra offerta territoriale regionale e flussi internazionali di turismo.
Davvero un vaste programme, al quale però si ha l’impressione che non corrisponda il profilo adeguato dello skipper moderno ed innovativo. I tratti del Direttore Generale sanno ancora di burocrazia amministrativa e si sviluppano più lungo i contorni del funzionario regionale, che sulle frontiere internazionali del marketing, del team building e del management. La stessa dotazione organica iniziale è la medesima finora in capo alle Apt, il cui personale sarà integralmente trasferito alla nuova Agenzia. Si direbbe nulla o poco di nuovo sotto il sole.
Pensare di affrontare il mare aperto delle strategie turistiche del nuovo millennio con le stesse truppe, a cui si prevede di rinnovare soltanto la divisa, rischia di far precipitare il sole di Austerlitz nella polvere cocente e più deludente di Waterloo.
di Antonio V. Gelormini