Se ne parla ormai da anni, ma lo scempio sulle strade cittadine di Lecce è ormai compiuto: pali e cavi elettrici, sui viali principali, davanti ai monumenti, sulle rotatorie, sui marciapiedi, sugli spartitraffico, pali e cavi ovunque: la “metropolitana di superficie”, come è stata elegantemente denominata o più precisamente, il famigerato filobus leccese, pare ormai pronto alla sua prima corsa.
Al di là del fattore estetico, del vero e proprio disfacimento del decoro urbano, come avevamo già anticipato quando fu presentato il progetto e che oggi anche ai meno critici fa richiamare alla mente delle enormi ragnatele artificiali e ferrose, al di là dei ritardi ormai palesi, delle promesse di attivazione entro e non oltre questa o quell’altra data, il problema che oggi ci riponiamo è una questione seria che riguarda la salute dei cittadini.
Comprendiamo tutti che se da una parte il filobus dovrebbe costituire una drastica soluzione al problema dell’inquinamento atmosferico locale, in particolare in tema di riduzione di emissioni gassose nocive in città, dall’altra, un ulteriore dubbio riecheggia nella mente dei cittadini: le onde elettromagnetiche inevitabilmente prodotte dal passaggio della corrente elettrica ad elevato voltaggio, specie nei pressi delle rotatorie, saranno sempre sotto la soglia della tollerabilità per la salute dei cittadini, specie se residenti?
Come è noto anche ai profani, il mondo scientifico, sino ad oggi, non ha evidenziato prove certe della nocività delle onde elettromagnetiche, ma nemmeno della circostanza che non siano dannose.
Ed anzi, secondo alcune ricerche avanzate nell’ambito della biologia molecolare, l’esposizione ai campi elettromagnetici artificiali, specie se ad alta intensità, va considerata nociva e rischiosa per la salute.
Per quanto suddetto, il componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, chiede che sia nominata una commissione indipendente di esperti che valuti l’impatto ambientale elettromagnetico prima dell’attivazione e messa a regime del filobus a Lecce, per permettere un controllo approfondito e puntuale delle onde elettromagnetiche prodotte, al fine di adottare gli opportuni accorgimenti, non da ultimo, in caso di verifica di possibili rischi per la salute, quello del definitivo accantonamento del progetto.